Parafrasando un celebre incipit, potremmo dire che uno spettro s’aggira in questo periodo preelettorale in terra di Taranto: il dilettantismo. Complici le potenzialità dei social media, che contribuiscono ad alimentare ridicoli tentativi di autocandidature destinati per lo più ad infrangersi contro il muro del consenso reale dei cittadini, assistiamo ad un dibattito quanto mai surreale.
È vero, siamo ancora nella fase iniziale ma se il buon giorno si vede dal mattino non c’è da stare molto sereni. Di come affrontare determinati problemi e soprattutto di come risolverli non c’è traccia nella discussione di queste ultime settimane. È tutto un gioco di posizionamenti e, appunto, di nomi che circolano negli ambienti politici circa eventuali candidature alla Camera e al Senato. Apprendiamo di incontri, di promossi e bocciati, di aspiranti deputati e senatori, di esponenti di determinate forze politiche che intendono presentarsi con liste diverse e concorrenti con il partito di appartenenza. In molti di questi casi, che potremmo definire grotteschi senza offendere il significato delle parole, non vi è traccia di un serio progetto politico capace di legittimare queste ambizioni.
Considerate le esperienze precedenti, recenti e meno recenti, è auspicabile che tutte le forze politiche in campo sappiano scegliere con cura e sulla base di specifici requisiti i prossimi candidati alle Politiche. Serve certamente un rinnovamento della classe dirigente ma, sia chiaro, la carta di identità non può bastare per sperare di entrare nelle aule dove si legifera nel nome del popolo italiano. Occorre competenza e preparazione, esperienza e visione politica perché in caso contrario Taranto rischierebbe di essere rappresentata da una classe politica mediocre. E noi, di una certa deludente continuità con quanto accaduto negli scorsi anni non abbiamo alcuna nostalgia. Abbiamo invece il desiderio di inaugurare una nuova stagione politica, abbiamo bisogno cioè di fare il salto di qualità, non di precipitare nel baratro della vanità e dell’inconcludenza. E dunque, occorre umiltà e senso di responsabilità. L’improvvisazione sarebbe meglio tenerla ai margini, almeno questa volta.Mi attiverò quindi attraverso i miei referenti istituzionali e politici, sia locali che nazionali, per orientare la scelta dei candidati sulla base dei requisiti poco sopra richiamati. Referenti che per la verità gravitano soprattutto, ma non solo, nell’alveo del centrosinistra. Farò del mio meglio per non far mancare il mio contributo, e quello che dei tanti amici e militanti che condividono il mio approccio, a quei candidati che abbiano contezza del presente e un progetto politico chiaro e credibile per il futuro. Mi farò inoltre partecipe di incontri e iniziative per diffondere proprio questa cultura di governo ancorata all’etica della responsabilità e alla valorizzazione delle competenze. A Taranto stiamo provando ad alzare il livello del dibattito pubblico in un’ottica di condivisione degli obiettivi da raggiungere, a partire dalla necessità di creare sviluppo e benessere sociale soprattutto per le nuove generazioni. Possiamo sperare di metterci alle spalle l’anonimato in cui Taranto è stata relegata per troppi anni solo se premieremo i migliori e avremo il coraggio di stroncare sul nascere le velleità dei dilettanti della politica.
Il Consigliere Comunale e Provinciale di Taranto
Piero Bitetti