Sono trascorsi molti anni per arrivare finalmente al completamento dell’organico dell’Arpa di Taranto e provincia che, come annunciato dalla Regione anche se il bando non è stato ancora pubblicato, si doterà di 146 nuove unità. L’Agenzia regionale per la protezione ambientale sino a oggi, pur facendo sforzi sovrumani e un lodevole lavoro, non ha potuto rilevare tutti i danni arrecati al territorio e ai cittadini, essendo priva delle figure tecniche necessarie (chimici, biologi, ingegneri rilevatori di campionamento), svolgendo quindi una funzione limitata e non per sua colpa. Ora auspichiamo che, una volta che il personale sarà messo in condizioni di operare con tutte le strutture tecniche necessarie, potrà finalmente esplicare a pieno la sua funzione. L’Arpa, tuttavia, non dovrà concentrarsi solo sull’Ilva. E non solo perché il distretto industriale di Taranto ha anche altri insediamenti, ma anche perché permane il grave problema delle discariche. Taranto e la sua provincia sono piene di discariche private ed è strano che la Regione Puglia non si sia mai dotata nel Tarantino di un impianto pubblico, presente invece in altre province pugliesi. Paradossalmente però nelle discariche private di Taranto confluiscono i rifiuti di Bari, Lecce, della Campania e di altre regioni. Con un interminabile via vai di container che la Regione Puglia finge di ignorare. E, cosa ancor più grave, questi camion stracolmi di rifiuti cosiddetti speciali non sono sottoposti a nessun controllo che ne verifichi il reale contenuto. L’Arpa di Taranto, pertanto, faccia ora ciò che la Regione sino a oggi non ha messo in condizioni di fare.
ANTONIO SINDACO Coord. Prov. Movimento AMBIENTE E LAVORO