Il fenomeno dello sfruttamento della manodopera in questo settore non è più un caso isolato e per questa ragione abbiamo chiesto la massima attenzione da parte degli organi di Governo attraverso l’intermediazione della Prefettura di Taranto – dice il segretario generale della CGIL, Paolo Peluso – le denunce della SLC fanno emergere una dinamica dilagante di contratti anomali, rapporti di lavoro in nero e finte retribuzioni sulla carta. 0,33 centesimi l’ora, lo abbiamo già detto, sono la moneta con cui si paga uno schiavo non un lavoratore.
Con i vertici della Prefettura di Taranto questa mattina i rappresentanti della CGIL hanno pertanto esaminato le dinamiche di questo fenomeno, che per il sindacato non si possono più limitare alla denuncia.
Non possiamo correre ai ripari tutte le volte che solo grazie al coraggio di alcuni lavoratori veniamo a conoscenza di questi soprusi – dice ancora Peluso – abbiamo bisogno di studiare insieme agli organi preposti al controllo e alla tutela della legge, percorsi che consentano di estirpare il male alla radice.
Il riferimento è dunque non solo all’attività più nota ma all’alveo fittissimo delle attività rese in sub sub appalto. Condizioni di esternalizzazione che la CGIL sottolinea riguardano molti altri settori come quello dell’edilizia, delle pulizie civili o dell’agricoltura, su cui da tempo è intervenuto un Protocollo di Legalità formalizzato proprio nelle scorse settimane nella sede della Prefettura di Taranto.
Quel Protocollo ha in se le regole che ci consentono di agire anche in altri settori e per questo abbiamo chiesto formalmente stamane un approfondimento sul tema prendendo anche spunto dai contenuti che si trovano all’interno di quel protocollo di legalità sul CIS (con particolare riferimento agli articoli 4 e 5 sull’attività antimafia) che secondo noi va allargato ed esteso anche a settori come quelli dei call-center – dicono i rappresentanti della CGIL – inoltre come sindacato riteniamo che ci possano essere i presupposti per l’applicazione della Legge 199 del 2016 Legge contro il caporalato nella parte riferita al lavoro non agricolo.
In ogni caso, approfittando delle condizioni che oggi ci portano a discutere in sede istituzionale sui call center, ora più che mai è necessario rilanciare sulla costruzione di un sistema condiviso con le stazioni appaltanti sulla qualità del lavoro negli appalti (vedi piattaforma appalti confederale), prendendo atto positivamente che il tema è di straordinaria attualità, considerando quanto stabilito nella nuova legge di stabilità sulla base d’asta non soggetta a ribasso sul costo del lavoro nel settore dei call center nelle stazioni appaltanti pubbliche.
La Prefettura di Taranto ha colto positivamente il senso dell’odg e ha fornito la piena disponibilità a promuovere un percorso che possa portare nei fatti alla qualificazione del lavoro nei call center e all’affermazione della piena legalità, considerando che questo è un altro tassello nel complicato e precario puzzle del lavoro in appalto.
Taranto, 4 gennaio 2018