Lo storico Acquedotto pugliese trasformato in una multiutility: un’ipotesi che Sinistra Italiana non condivide, non capendone le ragioni.
Sulle voci ricorrenti che circolano sul possibile ingresso nell’Acquedotto pugliese del settore rifiuti restiamo alquanto perplessi, dal momento che in Puglia, la Regione ha già di suo un’ Agenzia territoriale per il servizio di gestione dei rifiuti (l’AGER Puglia), creata recentemente con la legge regionale Santorsola, la n. 20 del 4 agosto 2016, che si occupa dell’affidamento, della realizzazione e della gestione degli impianti e dell’affidamento del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani,con annessi processi di biostabilizzazione e smaltimento.
Pertanto vorremmo chiedere al presidente Emiliano come intenderebbe far entrare nella gestione del servizio idrico integrato anche quello dei rifiuti?
Tutto ciò ci sembra davvero fantascientifico, poichè l’Ager deve continuare ad occuparsi dei rifiuti, e invece l’Acquedotto Pugliese deve continuare ad avere come business core la gestione dell’acqua , già piuttosto complessa nella nostra regione a causa della conformazione geografica e della penuria di corsi d’acqua.
Ci stupisce come si voglia ovviare al quadro normativo di Aqp, azienda pubblica, utilizzando dei bond, emettendo cioè dei titoli di debito con i quali la Cassa Depositi e Prestiti finanzierebbe gli investimenti. Ricordiamo che questo sistema, adottato dalle Giunta Fitto nel 2004, è già risultato fallimentare in Puglia.
Sinistra Italiana, da sempre attiva sul tema acqua pubblica, ribadisce la sua posizione a garanzia di un servizio accurato e trasparente, che non va assolutamente appesantito, con una gestione più complessa, tanto meno poco affidabile dal punto di vista finanziario, che metterebbe a rischio la solidità dell’azienda con l’interferenza dei rifiuti. Consigliamo al presidente Emiliano di smetterla di pensare a cose utopistiche e di impegnarsi invece per il normale funzionamento delle cose già in essere.
Mino Borraccino