Invitiamo i cittadini di Taranto a preferire per l’ultimo dell’anno i botti dello spumante a quelli inquinanti dei petardi.
I DATI A TARANTO
Facendo una ricerca sui dati delle centraline ARPA a Taranto si nota che negli ultimi due anni il PM2,5 ha avuto un picco proprio a Capodanno sia nel quartiere Tamburi (centraline di via Archimede e di via Machiavelli) sia nella zona più distante dall’ILVA (centralina di via Alto Adige).
IL RISCHIO SANITARIO
Il PM2,5 è costituito dal particolato molto sottile (spesso prodotto da combustioni) con diametro inferiore a 2,5 micron, causa tra l’altro anche di ictus e infarti in corrispondenza di picchi inquinanti. Il micron è un millesimo di millimetro. Il valore limite del PM2,5 è di 25 µg/m³ (microgrammi a metro cubo). I valori registrati a Taranto a Capodanno in questi ultimi due anni hanno superato abbondantemente 25µg/m³, variando dai 30 agli 83 µg/m³. Una parte è di origine industriale ma un’altra è attribuibile ai botti.
IL NOSTRO APPELLO
In una città già fortemente inquinata dalle fonti industriale, crediamo che i cittadini farebbero una ottima cosa inaugurando il 2018 in controtendenza rispetto al passato. Da qui il nostro invito: cari cittadini evitiamo di aggiungere ai Wind Days e all’inquinamento industriale anche quello di un uso smodato dei petardi.
Evitiamo a Capodanno un “Wind Day” in più causato dalle polveri tossiche dei petardi. A Capodanno tagliamo l’inquinamento dando noi per primi il buon esempio.
Buon 2018.
Alessandro Marescotti
Valentino Valentini