Tempo scaduto per 161 lavoratori socialmente utili della provincia di Taranto. Per soli 23 di loro è previsto un processo di stabilizzazione, ma quello che è certo che già dal 2 gennaio per tutti loro, incardinati in funzioni indispensabili di 21 comuni della provincia, scatterà il blocco dell’assegno sociale.
Nessuna spettanza economica e nessun lavoro, con ripercussioni anche sulla vita pubblica dei Comuni interessati.
La convenzione che ogni anno da circa 22 anni a questa parte, sancisce la loro vita occupazionale, non è stata infatti rinnovata e su di loro incombe anche la spada di Damocle delle decisioni che la Corte dei Conti assumerà dal 1° aprile.
Siamo riusciti ad ottenere un piccolo risultato con l’impegno di stabilizzazione per 2 di loro in 9 Comuni della provincia ionicca – spiega Lorenzo Caldaralo, segretario provinciale della FP CGIL nella conferenza stampa di questa mattina – ma resta grave la condizione di chi svolge attività che sono ormai organiche nella pubblica amministrazione e che in assenza di una proroga della Convenzione tra Ministero e Regione Puglia dovrà affrontare il 2018 senza nessuna certezza.
Incertezze che nel caso degli LSU pugliesi (933 in tutto) e tarantini si acuiscono a fronte di un percorso lungo e travagliato che nel gennaio del 2016 fissa un’altra pietra miliare.
La Corte dei Conti sequestrò all’epoca il documento di Convenzione – spiega Tiziana Ronsisvalle, della segreteria provinciale della FP CGIL – e chiedeva conto ai Comuni della mancata stabilizzazione proprio a fronte delle risorse impegnate dallo Stato invece per avviarla.
La proroga dunque sarebbe subordinata ai percorsi di stabilizzazione ma tutto sembrerebbe ancora in alto mare.
C’è poca chiarezza su questo fronte – spiega ancora la Ronsisvalle – e i Comuni si trincerano dietro il blocco del turn over, mentre da Regione e Ministero si attendono misure straordinarie che consentano a questi lavoratori di non pagare oltre gli anni di precariato e sfruttamento già subiti.
La Regione Campania e la Regione Calabria avrebbero già provveduto alla proroga, ma spartiacque resta – secondo l’onorevole Ludovico Vico, intervenuto alla conferenza stampa – la questione dei piani assunzionali che i Comuni potrebbero varare a prescindere dal blocco del turn over. Il rischio è infatti che al primo aprile la Corte dei Conti non riconosca la presenza in organico di questi lavoratori, mentre il piano assunzionale della pianta organica resta la carta di identità di questi LSU.
Lavoratori indispensabili dunque ma non riconosciuti.
Una offesa – dice il segretario generale della CGIL di Taranto, Paolo Peluso – perché parliamo di lavoratori sfruttati e sottopagati che pure consentono il buon funzionamento della macchina amministrativa di tanti enti locali.
Due anni fa il Comune di Crispiano fu addirittura costretto a chiudere gli uffici per l’assenza dei suoi 20 LSU.
Così la CGIL e la Funzione Pubblica proseguono con il loro pressing.
Nei prossimi giorni interrogheremo il Prefetto di Taranto – dicono i responsabili sindacali in conferenza stampa – perché questo protrarsi di precarietà è davvero intollerabile e tutti gli enti istituzionali coinvolti devono fornire risposte, anche se necessario con un provvedimento ad hoc così com’è accaduto per i 250 precari della sanità nell’ASL tarantina.
Con preghiera di cortese diffusione,
Taranto, 29 dicembre 2017