Una decisione cui si è giunti “dopo aver preso atto, ancora una volta, dello stallo nella trattativa per il rinnovo del contratto edile, scaduto da quasi un anno e mezzo” spiegano i segretari generali Panzarella, Turri, Genovesi, che proseguono “avevamo annunciato nei mesi scorsi la mobilitazione per novembre, qualora le associazioni datori ali non avessero mostrato disponibilità ad un avanzamento nella trattativa. Nel frattempo, abbiamo svolto oltre mille assemblee nei cantieri per spiegare ai lavoratori le nostre proposte e le difficoltà che abbiamo incontrato nel negoziato. Oggi dobbiamo prendere atto che dalle associazioni datoriali non sono giunte reali disponibilità ed aperture.”
Aumenti salariali in linea con gli altri settori e finalizzati anche ad aiutare una ripresa dei consumi al servizio del Paese; difesa e riforma delle Casse Edili a tutela di tutti i lavoratori (operai, impiegati, ecc.), contro il lavoro nero e per sostenere le imprese più serie contro la concorrenza sleale e il dumping; più sicurezza sui posti di lavoro, contro gli infortuni e gli incidenti mortali che, drammaticamente, crescono ogni giorno di più; creazione di un Fondo Sanitario Integrativo Nazionale per tutelare sempre di più il diritto alla salute e alla prevenzione; potenziamento del Fondo integrativo per il Pensionamento anticipato, dando la possibilità a chi svolge lavori gravosi di andare in pensione prima e creare così occasioni di lavoro, di qualità, per tanti giovani: queste le richieste consegnate alle controparti dai sindacati, richieste che per Panzarella, Turri, Genovesi vanno nella direzione di “un Contratto Nazionale al servizio di una qualificazione maggiore del sistema, del lavoro e dell’impresa, per poter affrontare le sfide di un settore che sta cambiando nei suoi processi e nei suoi prodotti (riqualificazione, rigenerazione, messa in sicurezza del territorio e del patrimonio pubblico e privato, ecc.) per cui servono più professionalità, più qualità, più partecipazione.”
Ma le controparti “continuano con tatticismi dilatori a prendere tempo, non rispondendo nel merito alle nostre proposte e non accettando la sfida che i lavoratori ed il Sindacato hanno lanciato.”
Dunque il 18 dicembre sarà “sciopero per l’intera giornata in tutte le imprese edili, con manifestazioni di carattere interregionale” concludono i leader di Feneal Filca Fillea.
Le manifestazioni interregionali saranno a Padova, Torino, Roma, Napoli, Palermo e Cagliari.
Alla manifestazione di Napoli parteciperanno anche i lavoratori edili della provincia di Taranto. Tra il 2010 ed il 2016 il settore dell’edilizia ha visto quasi dimezzata la sua forza lavoro, che è passata da 6.200 occupati nel 2010 agli attuali 3.500; riaffiora inoltre il problema del precariato, del lavoro nero ed illegale e degli infortuni sul lavoro.
Temi questi, peraltro, già affrontati recentemente con l’assessore allo sviluppo economico della Regione Puglia Michele Mazzarano che ha istituito uno specifico Tavolo di Lavoro, che ha tra gli obiettivi prioritari quello di istituire il riconoscimento del valore di congruità del costo della manodopera sul valore dell’opera, per contrastare i fenomeni di illegalità anche alla luce dell’avvio delle opere previste dal CIS per Taranto e più in generale per tutti i cantieri pubblici.
Importante anche la presenza alla manifestazione di Napoli di numerosi lavoratori edili dell’appalto Ilva, colpiti dalla grande incertezza sul futuro dello stabilimento siderurgico.
Francesco Bardinella
Segretario Generale FILLEA-CGIL Taranto