“Più che un passo di lato, ne servirebbe uno in avanti. Per entrambe le posizioni in campo. Taranto ha bisogno di pacificazione istituzionale e non di contrapposizioni sterili e dal sapore antistorico. La vicenda Ilva, la concreta applicazione del Piano Ambientale, con quello che potrà scaturire in termine di bonifiche e sostenibilità ecologica per quel sito industriale – e l’intero territorio jonico – è materia troppo importante per essere destinataria di strascichi giudiziari e amministrativi.
Emiliano e Melucci da una parte, il ministro Calenda e il governo italiano dall’altra, devono abbandonare le posizioni isolazioniste e ricercare una sintesi virtuosa, un ideale alto. Per il bene della seconda città pugliese, per il futuro manifatturiero della nazione e, cosa assai più importante, per tratteggiare un futuro più ottimistico – e meno incerto – per le popolazioni tarantine.
Tutte: quelle della città capoluogo al pari degli abitanti della provincia.
E, allora, se questo dev’essere il nuovo approccio, se il cambio di paradigma sarà reale e non effimero, bisogna lavorare tutti assieme per la risoluzione dei tanti problemi che insistono sul tappeto. Il tavolo istituzionale per Taranto venga istituito nella nostra città in luogo che a Roma. Le vertenze hanno un senso, una capacità risolutiva se il vincolo della territorialità non viene meno, se non si tradiscono le esigenze e le aspettative degli attori locali. Il ministro Calenda riparta da qui, dai nostri luoghi, a tessere la sua trattativa con i nuovi proprietari di Ilva. Si diano risposte concrete alle imprese dell’indotto, che vantano da tempo immemore crediti per un valore di oltre 150 milioni di euro nei confronti dello Stato. Sia dia, insomma, forza alla politica vera: la sola in grado di fornire risposte eccezionali a problemi straordinari. Il Natale dei tarantini non sarà sereno, troppi sono le difficoltà e i ritardi che abbiamo accumulato in questi anni. La funzione principe di un attore pubblico è quello di pensare agli altri, ai più deboli, a chi vuole emanciparsi dal bisogno. Dinanzi a questa esigenza, è nostro dovere trovare la strada della sintesi fattiva e pragmatica.
Nella mia veste di presidente della Provincia, rivolgo un invito alle parti in campo. Sarei lieto di ospitare nella sede di via Anfiteatro un vertice con i rappresentanti del Comune, della Regione e del Governo italiano. Mettiamoci alle spalle le polemiche, lavoriamo perché le ragioni del lavoro e quella della tutela della salute e dell’ambiente possano avere eguali diritti e dignità.
Taranto ha bisogno di unità. Nostro compito è ricercarla costi quel che costi!”.