La città di Taranto si trova in un momento quanto mai delicato. Qualsiasi strada si prenderà nella vicenda Ilva ci saranno importanti ripercussioni. Una tale circostanza richiederebbe la massima serietà da parte di tutti gli attori istituzionali: governo centrale e amministrazioni locali. Assistiamo invece a un gioco d’azzardo tutto politico fra esponenti del Partito Democratico. Lo scontro che si sta sviluppando in queste ore dimostra che la forza politica che guida il governo centrale e la regione Puglia non è in grado di trovare una soluzione al problema. I suoi esponenti nazionali e locali sembrano spregiudicati giocatori di poker: sul tavolo in cui si decide il futuro di Taranto e del paese ognuno fa il suo bluff, e cerca di far crollare l’altro con rilanci sempre più spericolati. Il governo ha escluso la Regione dalla discussione con gli acquirenti; Emiliano da parte sua ha impugnato il decreto sul piano ambientale; Calenda, per tutta risposta, ha minacciato la chiusura dello stabilimento se il ricorso verrà accolto. Uno spettacolo sconcertante, che rivela ciò che il PD è realmente: un contenitore che ognuno utilizza per i propri interessi, e in cui nessuno è in grado di fare sintesi fra le istanze dei territori e la dimensione nazionale. Per queste sue contraddizioni il PD sta esponendo Taranto e il paese a un rischio altissimo. La sua classe dirigente è incapace di gestire una vicenda fra le più complesse del momento, presa com’è da una guerra di pianerottolo che ha come unico traguardo le prossime elezioni politiche.
Ma il destino di Taranto non può essere deciso in una partita di poker. Dobbiamo far saltare il tavolo su cui i vari Renzi, Emiliano, Calenda si giocano le proprie ambizioni personali. Dobbiamo liberare la politica dalla bisca in cui l’hanno rinchiusa e riportarla all’aria aperta, fra i bisogni della gente. Salute e lavoro: questo chiedono i lavoratori della fabbrica e le mamme del quartiere Tamburi. Rifondazione Comunista si rivolge ai singoli e alle forze organizzate, alle associazioni ambientaliste e al movimento operaio: è il momento di mette da parte i politicanti che ci stanno trascinando nel baratro; è il momento di unire gli sforzi per trovare una soluzione concreta alla questione Ilva e agli altri problemi del nostro territorio.