Militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Taranto hanno eseguito un
decreto di sequestro preventivo “per equivalente” – ex art. 321
c.p.p. – di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un
ammontare complessivo di 3 milioni e 600 mila euro, nei confronti
di 21 persone, 2 società ed una ditta individuale aventi sede in
Taranto e provincia.
Il provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. del Tribunale di
Taranto – Dott. Pompeo Carriere, è l’epilogo di indagini penali e
verifiche fiscali eseguite dai Finanzieri nei confronti di 4 imprese
operanti nella provincia jonica, esercenti attività nel settore
pubblicitario e del commercio di prodotti tecnologici e pneumatici.
L’attività investigativa ha consentito di accertare un sistema di
frode, perpetrato da una società tarantina esercente l’attività di
vendita di apparecchi elettronici e di telefonia, la quale, attraverso
l’utilizzo di fatture fittizie, complessivamente quantificate in 3
milioni di euro, “gonfiava” artatamente i costi sostenuti.
Ciò le consentiva di portare indebitamente in detrazione l’I.V.A. sui
falsi acquisti, diminuendo fraudolentemente gli oneri fiscali a suo
carico e mantenendo, contemporaneamente, un bilancio societario
apparentemente “sano”.
Le indagini, condotte anche con l’ausilio di intercettazioni
ambientali, hanno consentito di acclarare talune modalità illecite
adottate dagli indagati, quali:
– simulazione di furto della documentazione contabile, ovvero
distruzione di libri, registri, fatture ed altre scritture al fine di non
rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del giro d’affari
dell’impresa;
– indicazione della sede operativa societaria presso indirizzi del
tutto inesistenti;
– emissione di fatture fittizie nei confronti di imprese già cessate.
Peraltro, dall’analisi delle citate fatture false è risultato, altresì, che
talune prestazioni di servizi hanno riguardato eventi spettacolistici
di fatto mai realizzati, nonché attività di volantinaggio pubblicitario
con importi notevolmente maggiorati rispetto al costo medio di
prestazioni similari.
Complessivamente sono stati segnalati all’A.G. 25 responsabili cui
sono stati contestati, a vario titolo, i reati di cui agli articoli 2
(dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti
per operazioni inesistenti), 4 (dichiarazione infedele), 5 (omessa
dichiarazione) e 8 (emissione di fatture per operazioni inesistenti)
del D.Lgs. 74/2000, simulazione di reato e bancarotta documentale.
L’ammontare complessivo del decreto di sequestro preventivo è
pari al totale delle imposte evase in materia di I.V.A. e II.DD.