Dottor Rinaldo Melucci, Sindaco di Taranto,
da troppo tempo la dignità del territorio che Lei rappresenta viene continuamente calpestata; Taranto è ormai trattata come una cortigiana, senza alcun rispetto.
Viviamo con dolore questa insopportabile situazione, sottomessi ad una produzione allegramente definita da altri “strategica per la nazione”. Ci sembra, questa definizione, un insuperabile scudo d’acciaio posto ad arte davanti ad ogni legittima richiesta dell’intera comunità tarantina. Contro questo scudo qualsiasi idea di futuro sostenibile si spezza come una sottile lancia di compensato. Così, con disprezzo si irride al nostro passato violentando persino i nostri morti, buona parte dei quali vittime innocenti della stessa produzione “strategica per la nazione”.
Non possiamo pretendere il rispetto per i vivi, se prima non pretendiamo il rispetto per i nostri morti.
Dottor Melucci, è sufficiente una visita al Museo archeologico di Taranto per capire quale importanza rivestisse per i tarantini il culto per i morti, adottato in seguito dall’intera penisola italiota. E oggi? Da decenni il Cimitero monumentale “San Brunone” viene oltraggiato senza alcun rispetto e senza pause sempre da quella stessa produzione “strategica per la nazione”. Troppi sono i tarantini che ormai da tempo e per varie ragioni non si recano più a visitare i propri defunti. La paura delle contaminazioni è tra questi motivi.
Già la sola immensa bellezza del territorio tarantino è un incredibile veicolo promozionale di assoluto valore, tuttavia sappiamo benissimo che senza dignità e rispetto ogni sforzo teso a presentare al mondo il meglio di Taranto risulterebbe vano.
Come Genitori tarantini, Le chiediamo con forza di imporre, attraverso un’ordinanza nei confronti dell’Ilva, la bonifica e il ripristino delle condizioni originali di tutte le strutture del Cimitero monumentale “San Brunone” da effettuarsi senza indugi e con spese a carico di chi ha offeso il riposo eterno dei nostri defunti. La direttiva 75/2010/UE introduce un preciso principio: “chi inquina, paga”. Sappiamo che non ci sarà mai pagamento sufficiente a risanare le ferite inferte alla nostra comunità, ma un’azione di tal portata da parte dell’Amministrazione comunale, dovuta al territorio da Lei governato, rappresenterà finalmente quel segno di discontinuità con il recente passato che ha visto il Suo predecessore, proprio nello stesso cimitero, sorridere ai fotografi mentre apriva il rubinetto per inaugurare una nuova fontanella gentilmente offerta dai proprietari dell’Ilva.
I tarantini tutti non vogliono più essere offesi.
Certi di un Suo interessamento, distintamente salutiamo.
Genitori tarantini