“Con l’approvazione della risoluzione che prevede di includere la fibromialgia nell’elenco delle malattie croniche di rilevante impatto sociale e sanitario, rientranti nei Lea (livelli essenziali di assistenza), è stato fatto un importante passo avanti verso il sostegno al diritto alla salute di un numero fra i 3 e i 4milioni italiani affetti da quella che viene definita «malattia invisibile. Una patologia che, se non adeguatamente trattata, può trasformarsi in un’invalidità grave»”.
È quanto dichiara l’on. Ludovico Vico, a pochi giorni dall’approvazione in XII Commissione parlamentare del testo unificato sulla “Risoluzione sul riconoscimento e la cura della fibromialgia e il suo inserimento tra le malattie invalidanti”.
La sindrome fibromialgica è stata riconosciuta come una malattia dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dal 1992, anno in cui venne inclusa nella decima revisione dell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (ICD-10, codice M79-7), entrata in vigore il 1o gennaio 1993.
La sindrome fibromialgica è caratterizzata da dolore e rigidità muscolare diffusi, spesso associati a cefalea, astenia, disturbi dell’umore e del sonno. Nella Dichiarazione di Copenhagen del 1992 sono stati ampliati i criteri diagnostici includendo «affaticamento perdurante, rigidità generalizzata, sonno non ristoratore, mal di testa, vescica iperattiva, dismenorrea, ipersensibilità al freddo, fenomeno di Raynoud, sindrome delle gambe senza riposo, quadro atipico di intorpidimento e formicolio, scarsa resistenza all’esercizio fisico e sensazione di debolezza».
La “Risoluzione” votata dalla Commissione parlamentare impegna il Governo:
1) ad assumere iniziative per includere la sindrome fibromialgica nell’elenco delle malattie croniche che rientrano nei nuovi LEA (livelli essenziali di assistenza), attualmente in corso di aggiornamento, attraverso il confronto con i referenti delle società scientifiche maggiormente riconosciute per lo studio della fibromialgia e i componenti della Commissione per l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza;
2) ad adottare iniziative, anche per il tramite dell’Istituto superiore della sanità, per individuare criteri oggettivi e omogenei per l’identificazione e la distinzione dei sintomi e delle condizioni cliniche delle persone affette da fibromialgia in base al livello di gravità e invalidità della malattia, ai fini dell’inserimento della sindrome fibromialgica tra le malattie invalidanti che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa, individuate dal regolamento di cui al decreto del Ministro della sanità 28 maggio 1999, n. 329;
3) ad assumere iniziative affinché sia avviato un piano di informazione e di formazione del personale sanitario, che consenta una più ampia ed approfondita conoscenza della fibromialgia, anche al fine di ridurre i tempi necessari per formulare una corretta diagnosi;
4) ad assumere iniziative affinché il codice della fibromialgia possa essere impiegato anche al fine di monitorare l’utilizzo delle prestazioni ad essa afferenti;
5) a considerare l’opportunità di adottare iniziative per pervenire alla definizione di “cronicità” da parte dello specialista reumatologo o algologo, riconfermabile dopo un periodo di 24 mesi;
6) ad assumere iniziative per definire criteri, modelli e indicatori al fine di individuare, tenuto conto delle competenze delle regioni, centri di riferimento multidisciplinari a livello regionale, dedicati alla ricerca o all’attività clinico-assistenziale relativa alla sindrome fibromialgica e per individuare, nell’ambito delle migliori esperienze regionali, un PDTA (percorso diagnostico terapeutico assistenziale) in grado di costituire il modello per un eventuale, successivo percorso di standardizzazione su tutto il territorio nazionale;
7) a promuovere la sperimentazione di cure integrate della fibromialgia, quali tecniche di gestione dello stress, agopuntura, idroterapia, ozonoterapia, camera iperbarica, integrate con un uso transitorio e sapiente della farmacologia;
8) a considerare l’opportunità di assumere iniziative relative alla possibilità dell’utilizzo di farmaci cannabinoidi per i pazienti affetti da fibromialgia;
9) a considerare la fibromialgia quale malattia ad elevato impatto sociale oltre che sanitario e, di conseguenza, ad assumere iniziative per promuovere il ricorso all’istituto del telelavoro, sia nelle forme del lavoro a distanza, che del telelavoro domiciliare, quale forma di opportunità e di ausilio per le categorie di lavoratori in situazione di disagio a causa di disabilità psico-fisica causati dalla sindrome fibromialgica e da altre malattie croniche e invalidanti.
“L’unanimità politica con cui tale risoluzione è stata approvata – conclude l’on. Vico, firmatario del provvedimento con tutti i parlamentari componenti la XII Commissione parlamentare (Paola Boldrini, Mantero, Crimi, Binetti, Amato, Carnevali, Colonnese, Currò, D’Arienzo, Di Vita, D’Incecco, Fucci, Silvia Giordano, Grillo, Laffranco, Lorefice, Miotto, Nesci, Parrini) – evidenzia quanto il problema “fibromialgia”, considerato il rilevante numero di cittadini colpiti da tale patologia, va necessariamente regolamentato”.
Taranto, 22 novembre 2017