Egr. Presidente
Ho appreso la notizia secondo la quale lo scalo aeroportuale di Bari resterà chiuso, per lavori di adeguamento, dal 28 febbraio al 9 marzo del 2018. Fonti giornalistiche riferiscono che per quelle date, Aeroporti di Puglia avrebbe deciso di delocalizzare il traffico aereo di Bari-Palese, facendo decollare ed atterrare i voli dall’aeroporto di Brindisi. Da quanto rilevato sul sito di Aeroporti di Puglia, per lo scalo brindisino si tratterebbe, quindi, di organizzare e gestire mediamente un totale di circa centro trenta voli giornalieri (novanta fra arrivi e partenze provenienti dallo spostamento de traffico aereo di Bari- Palese, più i quaranta che solitamente atterrano e decollano a e da Brindisi).
A tal proposito, gradirei conoscere per quali ragioni sia stato scelto solo lo scalo aeroportuale di Brindisi e perché, invece, non sia stato preso in considerazione quello di Taranto-Grottaglie che, come noto, già nel 1999 fu utilizzato in tal senso, se pur in circostanze differenti.
Un interrogativo, questo, che con me si pone anche la comunità ionica, da anni impegnata per l’attivazione dei voli civili dallo scalo grottagliese.
L’ipotesi di “dirottare” in quei dieci giorni parte del traffico dell’aeroporto di Bari-Palese sull’aeroporto di Taranto-Grottaglie, permetterebbe non solo di alleggerire lo scalo di Brindisi e del suo sovraccarico e di evitare l’eventuale sospensione di voli in quelle date, ma anche di sperimentare e valutare su Grottaglie la vocazione civile dell’Arlotta.
Insieme alla cittadinanza ionica resto in attesa di un chiarimento
Taranto, 16 novembre 2017
On. Ludovico Vico