La commissione bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla legge di stabilità con cui si introduce, finalmente, il principio dell’equo compenso per i professionisti. Per gli avvocati, il riferimento saranno i parametri stabiliti con il Dm 55/2014 utilizzati dai tribunali; per le altre professioni ordinistiche valgono i parametri utilizzati dai tribunali. E’ ipotizzabile che anche nel passaggio alla Camera la norma resti invariata. Una norma, a dire il vero sicuramente perfezionabile, ma che va valutata positivamente sul piano dell’affermazione del principio che il lavoro va riconosciuto in modo «proporzionato alla qualità e quantità della prestazione». Comprensibile lo sforzo della maggioranza per appuntarsi la medaglia sul petto per questa importante novità. Sarebbe però più onesto riconoscere l’impegno di quanti in questi anni si sono battuti per arrivare al risultato di questi giorni, giunto in “zona Cesarini”, guarda caso in prossimità della fine legislatura. Il Governo ha dovuto alla fine accogliere le tante sollecitazioni giunte sul tavolo del ministro Orlando. Tra i più impegnati sicuramente l’on.le Gianfranco Chiarelli che ha lavorato ai fianchi del ministro, presentando peraltro, come primo firmatario, un disegno di legge sull’equo compenso, che puntava anche al ripristino delle tabelle abolite nel 2012, e intervenendo più volte in Commissione Giustizia e in Aula a Montecitorio sull’argomento. Fermo restando l’attesa di leggere il provvedimento nella sua formulazione definitiva, anche in veste di avvocato, esprimo soddisfazione, riconoscendo pienamente l’impegno di quanti, e tra questi soprattutto l’on.le Chiarelli, hanno esercitato un’azione in qualche modo coercitiva nei confronti di un Governo che alla fine non ha potuto fare altro che accogliere le sollecitazioni ricevute.
Avv. Francesco D’ Errico
Coordinatore Cittadino