Esprimiamo soddisfazione per l’accelerata del Ministro Calenda riguardo la copertura dei parchi minerali, ma vigileremo perché gli annunci si traducano in azioni concrete e vincolate. Non accetteremo un solo giorno di ritardo sul nuovo cronoprogramma.
Tra l’altro, l’impegno dei commissari ad anticipare gli interventi era già cristallizzato nella domanda di Aia dagli stessi sottoscritta. Questo impegno non deve riguardare solo la copertura dei parchi, ma anche le altre misure di adeguamento alle norme, come la significativa riduzione delle emissioni.
Come abbiamo sempre sollevato a gran voce, quella di Ilva non è una semplice vertenza sindacale tra lavoratori e potenziale proprietà; c’è in gioco la salute di tutti i tarantini, l’ambiente, l’indotto. Ecco perché il Comune di Taranto e la Regione Puglia rivendicano una presenza di sostanza al tavolo delle trattative col Governo. L’aver azzardato in queste ore da parte del Mise un consesso che pone Taranto alla stregua del più piccolo comune italiano dove il gruppo Ilva possiede un semplice ufficio amministrativo, appare quasi un “contentino” se non una provocazione.
L’impressione è che gli Enti locali e la comunità non siano ancora percepiti come ospiti utili a quel tavolo. Forse non è comodo per qualche attore istituzionale ascoltare le nostre istanze in questa fase, ma la posizione coraggiosa che abbiamo assunto verso il Dpcm dello scorso settembre e nei riguardi dei Wind Day ha finalmente riportato attenzione massima sugli obiettivi ulteriori, ma altrettanto importanti, rispetto al numero di esuberi diretti dello stabilimento. Avevamo evidentemente ragione a manifestare ancora fiducia e nel contempo ad alzare il livello del confronto.
Non saremo del tutto paghi finché non registreremo l’avvio esecutivo delle bonifiche a guida del Civico Ente, la rivisitazione di talune tecnologie e pratiche di cui all’ultima Aia, l’anticipazione della valutazione del rischio sanitario, la salvaguardia totale del nostro indotto, troppo a lungo sfruttato e bistrattato anche dai Commissari straordinari. Pretenderemo infine di conoscere il piano industriale e una posizione strategica delle nostre imprese del settore per il futuro.
Insomma, il contesto inizia a risultare più positivo, ma è ancora troppo poco per immaginare di fermare il nostro ricorso in sede giudiziale.