Il Meetup Pulsano ha recentemente inviato, all’attenzione del Sindaco Ecclesia, dell’assessore all’edilizia pubblica e privata Annese, al Presidente del Consiglio Comunale Marra ed al Presidente della Commissione Affari Generali Di Lena, una istanza con la quale si chiede l’istituzione di un regolamento comunale per la gestione dei beni confiscati o sequestrati alla criminalità.
La legge n°109 del 1996 contiene le disposizioni in materia di gestione e destinazione dei beni sequestrati o confiscati alle associazioni di stampo mafioso (mafia, camorra, ‘ndrangheta per citarne alcune). Il Codice delle Leggi Antimafia e delle misure di prevenzione del 2011 all’art 48 comma 3, Lettera C dispone:
“I beni sequestrati alle mafie sono trasferiti per finalità istituzionali o sociali, in via prioritaria, al patrimonio del comune ove l’immobile è sito, ovvero al patrimonio della provincia o della regione. Gli enti territoriali provvedono a formare un apposito elenco dei beni confiscati ad essi trasferiti, che viene periodicamente aggiornato. L’elenco, reso pubblico con adeguate forme e in modo permanente, deve contenere i dati concernenti la consistenza, la destinazione e l’utilizzazione dei beni nonché, in caso di assegnazione a terzi, i dati identificativi del concessionario e gli estremi, l’oggetto e la durata dell’atto di concessione. Gli enti territoriali, anche consorziandosi o attraverso associazioni, possono amministrare direttamente il bene o, sulla base di apposita convenzione, assegnarlo in concessione, a titolo gratuito e nel rispetto dei principi di trasparenza, adeguata pubblicità e parità di trattamento, a comunità, anche giovanili, ad enti, ad associazioni maggiormente rappresentative degli enti locali, ad organizzazioni di volontariato di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266, a cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991, n. 381, o a comunità terapeutiche e centri di recupero e cura di tossicodipendenti di cui al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, (di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n.
309), nonché alle associazioni di protezione ambientale riconosciute ai sensi dell’articolo 13 della legge 8 luglio 1986, n. 349, e successive modificazioni) e agli operatori dell’agricoltura sociale riconosciuti ai sensi delle disposizioni vigenti. La convenzione disciplina la durata, l’uso del bene, le modalità di controllo sulla sua utilizzazione, le cause di risoluzione del rapporto e le modalità del rinnovo. I beni non assegnati possono essere utilizzati dagli enti territoriali per finalità di lucro e i relativi proventi devono essere reimpiegati esclusivamente per finalità sociali. Se entro un anno l’ente territoriale non ha provveduto alla destinazione del bene, l’Agenzia dispone la revoca del trasferimento ovvero la nomina di un commissario con poteri sostitutivi. Alla scadenza di sei mesi il sindaco invia al Direttore dell’Agenzia una relazione sullo stato della procedura;”
Rientra tra i compiti e gli obbiettivi del Comune individuare e porre in essere, nei limiti delle proprie competenze attribuite dalla Legge, il recupero ed il riutilizzo con finalità sociali di beni sequestrati o confiscati alle mafie. Rientra, altresì, tra i compiti e gli obbiettivi del Comune adoperarsi per partecipare a bandi pubblici aventi come finalità la migliore utilizzazione dei suddetti beni confiscati alle mafie.
Secondo i dati ufficiali dell’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità organizzata nella Regione Puglia sono presenti 1183 beni immobili e nel Comune di Pulsano 9 beni immobili. Abbiamo, pertanto, inoltrato all’attenzione dell’Amministrazione pulsanese una bozza di Regolamento per la gestione di tali beni, preparata dai portavoce del MoVimento 5 Stelle in Parlamento, con la speranza che si possa accelerare l’iter per il loro affidamento agli enti territoriali per finalità sociali, comprese imprese giovanili, start-up innovative, laboratori, realtà che creino opportunità lavorative.