Egregio Commissario Vella,
nei giorni 24, 25 e 26 ottobre la città di Taranto è stata colpita da raffiche di vento
che hanno sollevato le polveri dei parchi minerali dell’Ilva e dei diversi cumuli di
rifiuti speciali stoccati nello stabilimento, stendendo sulla città un manto tossico
impressionante, come si evince dalle foto in allegato.
La copertura del parco minerali dell’Ilva doveva essere realizzata entro il 2015
ma ad oggi, come per diverse altre prescrizioni AIA di fondamentale importanza,
i lavori non sono stati completati. Inoltre, i cumuli di rifiuti speciali, oggetto del
Decreto del 14 marzo 2014 saranno smaltiti, secondo quanto richiesto dai nuovi
acquirenti del Gruppo Ilva, soltanto entro il 2023.
Ciò che è invece emerso dalla caratterizzazione dei terreni realizzata sotto i parchi
minerali, è che vi è un inquinamento molto elevato del terreno profondo e della
falda acquifera superficiale, con notevoli superamenti dei limiti di legge.
Nulla del ripristino dei terreni è stato fatto e pochi giorni fa il sindaco di Statte
(Taranto) ha vietato le attività agricole nelle zone vicine all’Ilva.
Il sindaco di Taranto ha invece disposto che nei giorni di vento dall’area Ilva (i
cosiddetti “Wind Days”), le attività scolastiche vengano sospese per non esporre
gli studenti ad un inaccettabile rischio sanitario, in ciò confortato dalle linee guida
della ASL emanate nel 2016.
Nessun dato sanitario autorizza a considerare terminata l’emergenza sanitaria,
caratterizzata da eccesso di mortalità e morbilità evidenziate dall’ISS e dagli studi
epidemiologici realizzati dal dott. Forastiere, prima su incarico del Tribunale e
poi della Regione Puglia.
Come ha ricordato il Commissario Moscovici nella lettera inviata a Peacelink il
23 maggio scorso, la procedura di infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto
della direttiva sulle emissioni industriali è ancora aperta. Peacelink chiede alla
Commissione Europea di scendere in campo al fianco dei cittadini di Taranto,
perché mesi ed anni passano e la situazione a Taranto non conosce nessun
margine di miglioramento.
Peacelink agisce con il fine del bene dei cittadini di Taranto e rimane sempre
disponibile a supportare l’operato dell’Unione Europea e del Governo Italiano al
fine di migliorare le condizioni di vita di operai e cittadini e a trovare la soluzione
più consona per lo stabilimento Ilva.
Antonia Battaglia, Alessandro Marescotti, Luciano Manna