Le immagini trasmesse ieri durante il servizio andato in onda al Tg1 sono sconvolgenti. Sconvolgenti per chiunque le veda comodamente da casa sua, piazzata chissà dove, lontano da quell’inferno.
Per un tarantino sono l’ennesimo colpo al cuore. L’ennesimo schiaffo, l’ennesima chiusura alla vita. Lo specchio della Taranto che non può scegliere perché sotto ricatto di chi oggi dispensa proclami dagli scranni alti raggiunti, mentre ieri ha pensato bene di vendersi la città e i tarantini all’industria. Parliamo di una città assopita nella falsa convinzione del connubio acciaio-futuro. Ma quale futuro? Quello di chi ha un cancro e non sa se domani vedrà la luce del sole? Il futuro di famiglie distrutte dal dolore per la perdita o la malattia di un figlio? Il futuro di chi è stato illuso da decine di decreti salva interessi e che di Taranto se ne sono altamente fregati? Quale futuro? Quello negato con la chiusura delle scuole?
E’ facile adesso prendere le distanze da quello scenario da film horror che la tv di Stato ha dovuto inevitabilmente trasmettere, pur omettendo le dichiarazioni dei Genitori Tarantini. Ma tanto oramai non serve più a nulla nascondere. E’ facile parlare di autorizzazioni ottenute e fondi stanziati a danno fatto. Avreste dovuto pensarci prima, quando la Magistratura ha avuto il coraggio di far scoppiare quello che oggi è il caso llva. Avreste dovuto pensarci già vent’anni fa, quando sono stati prodotti dossier scientifici da parte di oncologi che dicevano che a Taranto si moriva già per inquinamento. Anziché secretarli quei dossier, dovevate agire.
Ho scelto volontariamente di non dare alcun peso, se non la doverosa pubblicazione ad onor di cronaca, dei vari comunicati provenienti dalle diverse personalità e fazioni politiche, in merito a quanto accaduto. Peso maggiore e approfondimento invece, avranno le testimonianze e i gridi di allarme dei cittadini avvelenati non solo da questi fumi, ma soprattutto dalla malapolitica che ci ha governati in questi anni. E’ finito il tempo dei proclami. E i tappeti non bastano più per nascondere la polvere (triste ironia del destino). E’ ora che vi sporchiate le mani cari politici, perché a sporcarvi la coscienza ci hanno pensato i tarantini che non ce l’hanno fatta.