Il musical, l’implacabile penna di Roberto Saviano, il Codice Provenzano, Lebellebandiere, il ritorno di Silvio Orlando questa volta a parlare di famiglia, e poi Pirandello, la storia di don Milani, Sergio Rubini, Luigi Lo Cascio sono alcune delle proposte della nuova stagione teatrale del Comune di Taranto con campagna abbonamenti dal 26 ottobre prossimo
Si comincia al Teatro Orfeo, due date, mercoledì 29 e giovedì 30 novembre con il musical “Le Bal”, un fortunato format francese di Penchenat con il quale si racconta la storia del nostro paese dall’inizio della seconda guerra mondiale al crollo delle torri gemelle. Due momenti drammatici che segnano l’inizio e la fine di un lungo periodo, narrato abilmente attraverso le più belle canzoni italiane che hanno caratterizzato la vita e il costume della società.
Tutto si svolge in una balera. Un caleidoscopio di accadimenti e curiosità che viviamo attraverso sedici attori, i quali ci accompagnano in un appassionante viaggio nel tempo, scandito dalla musica che si fa drammaturgia.
Un racconto senza parole, affidato alla musica e agli attori, alla forza comunicativa delle azioni, dei gesti e dei suoni. Uno spettacolo elegante, poetico, divertente.
Al Teatro TaTÀ mercoledì 13 e giovedì 14 dicembre, Elena Bucci, Marco Sgrosso e il nostro Gaetano Colella, Le relazioni pericolose, dal romanzo omonimo di Choderlos de Laclos. Quest’opera geniale, attraverso le storie di amore e sesso di qualche singolare individuo, traccia il ritratto di un’intera epoca alla vigilia di una rivoluzione che ha cambiato la storia, con le sue aperture al futuro, le sue trappole, le limpide utopie, le paure, la cecità. Uno spettacolo che mira a immergere il pubblico in un’altra epoca, specchio della contemporaneità, perchè, come ha detto Sgrosso parlando dell’attualità del testo: “Il contenuto cambia, ma i meccanismi di queste relazioni pericolose sono gli stessi che utilizziamo oggi, quando tentiamo di mettere in relazione il sentimento dell’amore con quello della distruzione, entrambi insiti nella natura dell’uomo”.
Si rimane al Teatro TaTÀ, martedì 9 e mercoledì 10 gennaio quando arriva Silvio Orlando. Dopo il grande successo de La scuola, Silvio Orlando porta in scena un altro testo di Domenico Starnone, Lacci, tratto dal romanzo su una famiglia separata, che si ricompone e finisce definitivamente sfaldata. “Al centro c’è la famiglia – racconta Orlando – ma da un punto di vista molto scuro, radicale. La famiglia come peggior luogo dove far crescere i sentimenti. Insomma, dopo il Family Day, il Family Night: questa la visione di Starnone, che di famiglie ne ha avute almeno un paio”. In scena Orlando sarà affiancato da Maria Laura Rondanini, sua moglie anche nella vita ma qui nei panni della figlia e poi da Vanessa Scalera, Roberto Nobile, Sergio Romano e Giacomo De Cataldo.
In fuori abbonamento al TaTÀ giovedì 1 febbraio la Bottega degli Apocrifi, da Manfredonia, racconta la figura di Lorenzo Milani, testo di Stefania Marrone con Nunzia Antonino e Salvatore Marci; e con Livio Berardi, Filomena Ferri, Raffaella Giancipoli, la regia di Cosimo Severo. È una sfida importante quella che gli Apocrifi hanno raccolto quando due anni fa è maturata l’idea di lavorare a questo spettacolo: una scrittura originale per raccontare una vita densa nonostante la sua brevità; la ricerca dell’uomo dentro il racconto del prete; e tutte quelle domande, ancora oggi senza risposta.
Si torna al Teatro Orfeo lunedì 12 e martedì 13 febbraio, Sebastiano Lo Monaco ne Il berretto a sonagli, un attore siciliano che interpreta uno dei testi più belli di Pirandello . dopo l’Ulisse della scorsa stagione, riproponendo un’opera a lui affatto nuova, Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello. Il berretto a sonagli – fu ‘A birritta cu’ i ciancianeddi – è il copricapo del giullare, quello con le campanelle che anticipano l’arrivo di chi lo indossa, quello di chi fa ridere la gente. Ciampa, scrivano quarantenne, sa che sua moglie lo tradisce, ma per l’amore che lo lega a lei, un amore forte come una costrizione, accetta di condividerla col suo amante, purché non si venga a sapere in paese.
Al Teatro TaTÀ mercoledì 21 e giovedì 22 febbraio, l’ultimo lavoro di Tonio De Nitto e la Factory Compagnia Transadriatica con Accademia Perduta-Romagna Teatri: Il Misantropo, con la traduzione e adattamento di Francesco Niccolini. Con Ippolito Chiarello e Angela De Gaetano; e con Sara Bevilacqua, Dario Cadei, Ilaria Carlucci,Franco Ferrante, Luca Pastore, Fabio Tinella.
Con “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare nel 2012 inizia la collaborazione con il drammaturgo Francesco Niccolini che cura traduzione e adattamento anche de “La bisbetica domata” (2015) Alceste è un uomo integro, di sicuro un po’ rigido; un “innamorato atrabiliare”, come recita il sottotitolo: un nevrastenico, rissoso irascibile spirito libero che non vuole scendere a patti con nessuno.
Dopo aver messo in scena due testi di Tennessee Williams il regista Arturo Cirillo continua a confrontarsi con la drammaturgia nord americana a partire dal premio Pulitzer Eugene O’Neill. Lunga giornata verso la notte, sarà all’Orfeo il 6 e 7 marzo; una sorta di metronomo del dolore che nell’arco di un giorno scandisce la crisi della famiglia Tyrone, mettendo a confronto quattro diversi fallimenti esistenziali. Il padre James è un attore sul viale del tramonto, la moglie Mary una donna rovinata dall’abuso di morfina, il figlio James Jr. un alcolista disadattato. La famiglia si sgretola sotto gli occhi del figlio minore Edmund, tornato a casa dopo un’esperienza da marinaio con l’ambizione di diventare scrittore.
Al Tatà il 16 marzo la storia un gruppo di fuoco legato alla Camorra – e del suo capo, il giovane Nicolas Fiorillo. La paranza dei bambini, di Roberto Saviano e Mario Gelardi, bambini appollaiati sui tetti della città, imparano a sparare con pistole semiautomatiche e AK-47 mirando alle parabole e alle antenne, poi scendono per le strade a seminare il terrore in sella ai loro scooter. A poco a poco ottengono il controllo dei quartieri, sottraendoli alle paranze avversarie, stringendo alleanze con vecchi boss in declino.
Paranza è nome che viene dal mare, nome di barche che vanno a caccia di pesci da ingannare con la luce. E come nella pesca a strascico la paranza va a pescare persone da ammazzare. Qui si racconta di ragazzini guizzanti di vita come pesci, di adolescenze “ingannate dalla luce”, e di morti che producono morti.
Anche in aprile, sabato 7, si racconta di malavita. Vincenzo Pirrotta con Binni blues, – il Codice Provenzano, tratto dal libro ‘Il Codice Provenzano’ di Salvo Palazzolo e Michele Prestipino
Vincenzo Pirrotta, accompagnato dalla chitarra di Charlie Di Vita, ripercorre i 43 anni di latitanza del boss corleonese morto nel luglio del 2016. Gli ordini di morte, la falsa religiosità,la trama dei rapporti con gli insospettabili: nelle parole ritrovate dagli investigatori guidati da Renato Cortese (attuale questore di Palermo) prende forma il ritratto del padrino che custodiva i segreti della mafia siciliana. In alcuni passaggi i pizzini diventano un canto blues.
Martedì 24 e mercoledì 25 aprile ultimo spettacolo all’Orfeo con Luigi Lo Cascio, Sergio Rubini, Delitto/Castigo. Un viaggio attraverso le pagine dell’epico romanzo di Dostoevskij, per suggerire una realtà, come fosse quella di un sogno, dove un suono, un rumore di passi, una lama di luce o un grido possano rendere tutto reale.