È dal 21 gennaio 2015, giorno della loro nomina, che i tre commissari straordinari Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi, si occupano della gestione dell’Ilva in a.s., godendo della immunità penale ed amministrativa, e, soprattutto, ignorando ogni tipo di sollecitazione proveniente dal territorio, con il quale non hanno mai inteso dialogare. Atteggiamento assolutamente censurabile, avallato purtroppo dal Governo. Emerge in questi giorni che il loro lavoro non abbia prodotto i risultati auspicati, soprattutto in tema di piano ambientale. A ciò, oltretutto, si associa anche una gestione delle risorse poco trasparente, che, sulla base di frammentarie notizie attinte ufficiosamente, lascerebbe ipotizzare una serie di preoccupanti anomalie. Nulla si sa delle spese riguardanti l’espletamento del loro mandato, acquisto di mezzi di servizio di cui non si ha contezza delle effettiva necessità,spese di rappresentanza. Per questo ho inteso rivolgere un’ interpellanza al Presidente del Consiglio, e al ministro dello sviluppo economico, affinché si faccia piena luce sulla gestione delle risorse e si comprendano le ragioni dei notevoli ritardi accumulati nell’attuazione dell’ AIA.
Interpellanza al Presidente del Consiglio, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell’Ambiente
Per chiedere, premesso che:
- Nelle more dell’assegnazione definitiva della gestione delle attività delle acciaieria Ilva, al gruppo AM-InvestCo, la conduzione è attualmente affidata ai commissari straordinari (giusta nomina del 21 gennaio 2015):
- Piero Gnudi
- Corrado Carrubba
- Enrico Laghi
- L’articolo 1, comma 6, D.L. n. 191/2015 stabilisce “Le condotte poste in essere in attuazione del Piano non possono dare luogo a responsabilità penale o amministrativa del commissario straordinario, dell’affittuario o acquirente e dei soggetti da questi funzionalmente delegati, in quanto costituiscono adempimento delle migliori regole preventive in materia ambientale, di tutela della salute e dell’incolumità pubblica e di sicurezza sul lavoro”
- La lettera dell’articolo riportato al punto precedente limita la immunità penale ed amministrativa alle sole condotte poste in essere in attuazione del piano; ne deriva che ogni altra responsabilità è rilevante sotto ogni aspetto.
- Dall’ultima relazione dei custodi giudiziari dello stabilimento Ilva di Taranto, Barbara Valenzano, Claudio Lofrumento ed Emanuele Laterza, risulta che il piano ambientale non sia stato rispettato in riferimento ai tempi previsti e alle attività programmate.
- Per quanto sopra si eccepisce da parte del GIP chiamato a valutare la questione (dott. Martino Rosati) la inerzia nell’attuazione del piano. Quindi non si tratta di responsabilità nell’attuare il piano, ma di mancata, parziale, attuazione del piano stesso. Circostanza non compresa nella clausola di immunità penale ed amministrativa.
- A ciò si aggiunga che, resta comunque a carico dei Commissari l’onere di una gestione oculata in termini di utilizzo delle risorse, tenuto conto della condizione di amministrazione straordinaria della società.
- Allo stato dei fatti risulta che la gestione economica dello stabilimento siderurgico di Taranto sia gravata da rilevanti inadempienze che riguardano il pagamento del fatturato corrente delle aziende dell’appalto, i ritardi nell’attuazione del piano ambientale, le carenze in termini di approvvigionamenti della necessaria ricambistica.
- Allo stesso tempo risulta che siano stati acquistati numerosi nuovi mezzi di servizio, di cui non si ha contezza della effettiva necessità, e si ha notizia di altri sprechi nell’ambito della gestione ordinaria.
- In tema di gestione della spesa, infine, nulla è noto circa i costi complessivi relativi all’espletamento del mandato dei tre commissari che, peraltro, hanno mantenuto finora un’ atteggiamento di totale distacco dal territorio e di rifiuto di ogni forma di dialogo, pur in più occasioni sollecitato.
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- Se intendano richiedere, ai fini di renderla pubblica, una dettagliata relazione ai commissari straordinari per conoscere le spese effettuate per l’ acquisto mezzi di servizio e le relative giustificazione, nonché i costi sostenuti complessivamente per l’esercizio del loro mandato, per onorari diretti e accessori, benefit, spese di rappresentanza.
- Se intendano promuovere una azione ispettiva per valutare le responsabilità per i ritardi denunciati dai custodi giudiziari in tema di attuazione del piano ambientale.
On. Avv. Gianfranco Chiarelli
Roma 18/10/2017
On. Avv. Gianfranco Chiarelli
Commissione Giustizia Camera dei Deputati
Roma, 19 ottobre 2017