Il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri di Taranto esprime tutta la propria indignazione, e conseguente preoccupazione, per gli effetti che rischia di produrre la sentenza del Consiglio di Stato n. 4614 del 3 ottobre scorso. Si tratta di un pronunciamento che legittima la gara indetta per la redazione del Piano strutturale del Comune di Catanzaro per un compenso pari a…. 1 euro!!!!!!
La sentenza, prima ancora di apparire intellettualmente inconcepibile, è in palese contrasto con il nuovo Codice degli Appalti, il cui art. 24 vieta alle stazioni appaltanti sia di subordinare la corresponsione dei compensi per l’attività di progettazione al finanziamento dell’opera, sia di prevedere forme di sponsorizzazione o di rimborso come corrispettivo.
I compensi da porre a base di gara devono essere valutati con riferimento al DM 17.06.2016.
Ma a prescindere dalla forma, di per sé elusa, la decisione del Consiglio di Stato, inconsistente e surreale, paga una grave insostenibilità sul piano pratico e professionale.
Le incongruenze della normativa, in un contesto critico come quello attuale, lentamente e inesorabilmente hanno già portato alla mercificazione della professione tecnica.
Da qui, l’allarme per una sentenza che non stupisce per la sua superficialità e che per questa ragione preoccupa ulteriormente.
L’attività dei servizi di ingegneria e architettura è sì economica ma, a differenza di molte altre, si fonda sul lavoro intellettuale, deontologicamente regolamentato, che riveste carattere fondamentale per l’impulso che offre allo sviluppo economico e sociale del territorio e, non dimentichiamolo, per le garanzie legate alla pubblica incolumità.
La professionalità tecnica, chiamata ovviamente a garantire la qualità del servizio e la sicurezza delle opere, ha un costo proporzionale agli strumenti e agli obiettivi dati.
Formazione e aggiornamenti continui, investimenti in software e personale, attenzione e dedizione al lavoro quotidiano, assicurazioni professionali, contributi alle casse, e non per l’ultima l’assunzione della responsabilità: tutto ciò va rispettato, rilevato e adeguatamente remunerato.
Un esame attento di questi costi, in relazione ai compensi del già citato DM, potrà evidenziare che i reali margini per queste attività professionali sono dignitosi e non alti.
Qui è in gioco la dignità di una professione centrale per la storia stessa del progresso umano.
Per tutte queste motivazioni – qui accennate – è assolutamente irrealistico, e forse anche ipocrita, pensare che la qualità della professione tecnica possa essere compensata dal “ritorno di immagine” e da 1 euro. Diciamo dunque NO ad una sentenza che segna una grave regressione culturale e sociale. NO ad una valutazione che, seguendo l’unica logica del libero mercato, abbatte qualsiasi soglia minima di tutela sociale con grave lesione della dignità umana e professionale degli Iscritti agli Ordini.
Non ci si stupisca, poi, se i nostri giovani decidono di emigrare, impoverendo il bacino potenziale del Paese.
Il Consiglio provinciale dell’Ordine Ingegneri di Taranto ha già reso operativa la Commissione Parcelle, a cui gli Enti potranno rivolgersi per ricevere supporto nella valutazione dei compensi.
A breve, in oltre, sarà istituito l’Osservatorio sui Lavori Pubblici che vigilerà sulla corretta applicazione del codice dei contratti per i servizi di ingegneria.
Il Consiglio esorta tutti gli iscritti all’Ordine e gli Enti Pubblici della Provincia a valutare i corrispettivi secondo criteri di equo compenso, facendo riferimento alle tariffe stabilite dal citato DM.
Taranto, 18 ottobre 20917
Ordine Ingegneri della provincia di Taranto