Oggi i lavoratori dell’ILVA Taranto, con il loro sacrificio (perchè scioperare è un sacrificio economico), hanno impedito che la trattativa sulla cessione dello stabilimento partisse da un punto bassissimo. La sospensione dell’incontro al MISE da parte del Ministro Calenda è il risultato della lotta dei lavoratori.
Il Governo chiede ad Arcelor Mittal di ripartire dalla proposta economica cui si era impegnata (50mila euro medie per addetto).
Ma a noi ciò è appena sufficiente per l’avvio della trattativa.
I nostri obiettivi sono chiari e non ci rinunciamo:
- Anticipare i lavori di applicazione delle prescrizioni dell’AIA, salvaguardando i livelli occupazionali e ambientalizzando la fabbrica.
- Tutelare i lavoratori dell’indotto, perché non siano le vittime sacrificali della vertenza.
Ed è proprio su queste linee direttrici che chiediamo al Governo di schierarsi dalla parte dei cittadini di Taranto, dei lavoratori dell’ILVA. Non è il tempo delle mediazioni, non è il tempo della strategia nella trattativa, non è tempo di riempire la trattativa di inutili orpelli come il Jobs Act o la provocazione di abbassare gli stipendi. Questa pausa del tavolo servirà a tutti.
I lavoratori hanno dimostrato, con lo sciopero di oggi, che sono pronti a sostenere la battaglia epocale con buona pace di chi anche oggi sostiene di chiudere la fabbrica, ma non riesce a dirlo con il megafono in mano di fronte a migliaia di lavoratori che oggi hanno riempito gli ingressi delle portinerie.