Le prestazioni sanitarie in forma indiretta presso Centri di altissima specializzazione all’estero sono l’oggetto di una interrogazione che Sinistra Italiana sottopone al Consiglio regionale della Regione Puglia. Il decreto del Ministro della Sanità 3 novembre 1989, modificato dal successivo decreto 13 maggio 1993, determina i criteri per la fruizione di prestazioni sanitarie in forma indiretta presso Centri di altissima specializzazione all’estero, qualora le prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione non possano essere erogate adeguatamente o tempestivamente dalle strutture sanitarie del Servizio Sanitario Nazionale, riconoscendo ai cittadini italiani residenti in Italia e iscritti negli elenchi delle unità sanitarie locali, di poter ricevere prestazioni assistenziali presso centri di altissima specializzazione all’estero, che richiedono specifiche professionalità del personale, o non comuni procedure tecniche o attrezzature di avanzata tecnologia che non sono ottenibili in Italia in tempi e modi adeguati. Prestazioni importantissime fruibili dai cittadini che ne abbisognano, che garantiscono il completo diritto alla salute e alle cure. Recentemente però c’è stato un caso a Taranto che sta intralciando un buon percorso di recupero per una ragazza affetta fin dalla nascita da una grave patologia neuromuscolare, la tetraparesi spastica, e che, da quando ha iniziato le cure presso il NYU HOSPITAL FOR JOINT DESEASES di New York, ha conseguito ottimi miglioramenti. Giunta infatti in condizioni di totale compromissione della deambulazione, grazie a diversi ricoveri nel 2009, nel 2014, nel 2015 e nel 2016, con appositi provvedimenti, si è sottoposta a numerosi interventi chirurgici e sedute riabilitative nel centro statunitense anche di 5/6 ore al giorno, essendo stati reputati tali trattamenti indispensabili e insostituibili, ai fini del miglioramento dello stato di salute e di qualità di vita della paziente, considerando la reale impossibilità a svolgere tali trattamenti in modo tempestivo ed adeguato in Italia. A dicembre 2016 la ASL di Taranto le ha negato la autorizzazione alla prosecuzione delle cure all’estero, considerando la paziente portatrice di esisti stabilizzati e affidando le cure riabilitative di mantenimento alle strutture sanitarie territoriali, per la durata di un’ora al giorno. Denegare tale possibilità di cura costituisce una interruzione della continuità terapeutica e assistenziale di cui invece la giovane necessita per il miglioramento della sua qualità di vita; continuità che include le procedure di esercizio terapeutico che ha contribuito al raggiungimento dei risultati funzionali attuali; incidenza negativa anche dal punto di vista psicologico , componente che di certo influisce sul successo della terapia e che potrebbe vanificare i risultati terapeutici positivi già conseguiti.
Il diritto a potersi curare deve essere inteso come diritto ad essere sottoposti ad una cura efficace, nel caso specifico tale risultato si riconosce nel trattamento ottenuto nel centro statunitense, che ha raggiunto indiscutibili miglioramenti del quadro clinico. Pertanto ho predisposto apposita interrogazione a tutela del diritto alla salute e alle cure dei nostri concittadini pugliesi che con le loro famiglie ogni giorno devono convivere con uno stato di malattia altamente disabilitante.
Mino Borraccino