Giovedi 5 ottobre, presso la sede Arci di Lizzano, si è tenuta un’importante iniziativa, organizzata da Sinistra Italiana, avente ad oggetto la situazione delle discariche e degli impianti per il trattamento e lo smaltimento dei Rifiuti Speciali nella Provincia di Taranto. Durante la serata ho presentato pubblicamente l’esposto che ha depositato nei giorni scorsi presso la Procura della Repubblica di Taranto, in merito alla grave situazione d’inquinamento ambientale che è stata misurata e registrata dagli Enti preposti, in relazione all’attività della Discarica “Vergine”, nel territorio amministrativo di Taranto, ma molto vicino ai Comuni di Fragagnano e Lizzano. L’intervento della Magistratura si rende necessario, dopo quanto accaduto negli anni passati, per accertare le responsabilità, ad ogni livello. I cittadini non possono subire, dopo il danno dell’inquinamento, anche l’assenza di un provvedimento che obblighi alla bonifica, a carico di chi ha inquinato. Qualora si renda necessario, si utilizzino i poteri sostitutivi, da parte dagli Enti pubblici che avevano il dovere di vigilare sull’operato delle aziende, da questi stessi autorizzate. In questo caso, la Provincia di Taranto deve spiegare perchè sono state restituite le garanzie finanziarie alla ditta che ha gestito la discarica, senza che essa si sia fatta carico di bonificare il sito. Significativo il contributo che hanno offerto al dibattito i rappresentanti dei Comitati e delle Associazioni che da anni lottano nei Comuni di Lizzano, (era presente l’Associazione “Attiva Lizzano”), San Marzano, Grottaglie, Massafra, Statte e dei medici che quotidianamente lottano per curare i cittadini dai danni alla salute che provoca l’inquinamento ambientale.
Dopo tutto quello che è stato prodotto negli scorsi decenni, a livello di emissioni da parte delle attività industriali e di smaltimento di Rifiuti Speciali, la situazione ambientale della Provincia di Taranto è sempre più a rischio. Vogliamo ricordare che nel raggio di 20 km ci sono: attività produttive che incidono sull’ambiente, tra le quali: l’azienda Siderurgica più grande d’Europa, la raffineria ENI, la Cementir, l’inceneritore di Taranto, l’inceneritore di Massafra (che, tra l’altro, ha ottenuto il via libera al raddoppio da parte del Consiglio di Stato); attività di smaltimento di rifiuti speciali: quali la Discarica “Italcave” a Statte, la Discarica ex “Ecolevante” di Grottaglie, la prima descritta Discarica “Vergine” e una serie di richieste di ampliamento delle attività attuali o di realizzazione di nuovi impianti, come l’inceneritore di rifiuti speciali che è stato proposto ancora una volta a Massafra per smaltire fanghi e altri Rifiuti Speciali.
Sinistra Italiana ritiene indispensabile che, senza ulteriori indugi, tutti gli Enti presso i quali sono al vaglio le richieste di autorizzazione di nuovi impianti, rigettino tali richieste. I motivi, vista la situazione della Provincia di Taranto che non consente l’ulteriore aumento dei carichi inquinanti, sono evidenti a tutti e gli strumenti normativi per motivare tale scelta sono pacificamente in vigore. Il Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Speciali prescrive di non localizzare nuovi impianti in prossimità di quelli già esistenti, per consentire agli Enti preposti, in caso di inquinamento ambientale, di individuare rapidamente ed intervenire, fermandola, la fonte inquinante, con la conseguente applicazione, nei confronti dei responsabili, del principio che va sotto il nome di “chi inquina paga”. E’ di meridiana evidenza che, in caso di sovraffollamento di impianti nella stessa area, diventa quasi impossibile intervenire con tempestività per fermare l’attività inquinante e diventa difficile risalire al responsabile.
Oggi la competenza sulla Valutazione Ambientale e sulle autorizzazioni alle attività che trattano Rifiuti Speciali è della Provincia di Taranto, su delega della Regione Puglia. L’azione amministrativa della Provincia sembra del tutto divergente rispetto alla Pianificazione definita dalla Regione e attualmente in vigore, come può desumersi dall’avvenuto rilascio delle autorizzazioni in favore di “Italcave”; dal “tentennare”sul prendere provvedimenti in ordine alla discarica “Vergine” (con la incredibile restituzione delle fideiussioni bancarie all’azienda che è sotto inchiesta per inquinamento); dalla proroga dell’Autorizzazione Integrata Ambientale al Raddoppio dell’inceneritore di Massafra (nonostante la richiesta di rivisitazione della stessa fatta dal Comune e dalla Regione); dall’assenza di Atti definitivi, pur in presenza di conferenze dei servizi da tempo concluse con pareri negativi di ARPA Puglia; dal rilascio di autorizzazioni a impianti impattanti, come quella per l’inceneritore dei fanghi (sarebbe il terzo) a Massafra.
Su tutti questi punti, noi di Sinistra Italiana abbiamo espresso, da tempo, una posizione netta e rivolgiamo al Presidente Emiliano un appello:
dopo tutto quello che si è verificato nella Provincia di Taranto, evidenziato anche nell’iniziativa dell’altra sera a Lizzano, chiediamo al Presidente Emiliano di richiamare definitivamente tutti gli Enti preposti al rispetto della precisa scelta fatta dalla Regione Puglia di non autorizzare ulteriori impianti impattanti sull’ambiente in provincia di Taranto e, quindi, di concordare una linea di indirizzo procedurale comune. Se non sarà così, noi riteniamo che si debba essere conseguenti con quanto dichiarato su questa vicenda e che quindi la Regione Puglia debba revocare le deleghe sui “Rifiuti Speciali” commissariando, se necessario, quelle della Provincia di Taranto. Il business dei Rifiuti Speciali ha fruttato molto a pochi e sta mettendo a rischio la salubrità dell’ambiente di tutti i cittadini. Basta con l’autorizzare nuovi impianti e ampliamenti in provincia di Taranto. Al termine delle autorizzazioni attuali, non siano più concessi altri volumi di territorio da adibire allo smaltimento.
Mino Borraccino