Il 4 luglio scorso ho depositato una interpellanza al ministro per lo sviluppo economico per sollecitare immediati provvedimenti a favore delle aziende dell’indotto Ilva, ed in particolare degli autotrasportatori, che, un provvedimento del giudice delegato, ha escluso dalla prededucibilità in riferimento alle procedure che riguardano il passivo. Interpellanza che richiedeva un rapido riscontro ma che al momento giace sulla scrivania del ministro. La legge di conversione del decreto 91/2017 (LEGGE 3 agosto 2017, n. 123 ) ha recepito un emendamento definito “salva-autotrasportatori” : «1-bis. L’articolo 3, comma 1-ter, del decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 2004, n. 39, si interpreta nel senso che nella categoria dei crediti prededucibili ai sensi dell’articolo 111 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, e successive modificazioni, rientrano quelli delle imprese di autotrasporto che consentono le attività ivi previste e la funzionalità degli impianti produttivi dell’ILVA.» La formulazione del testo che in qualche modo restringe la platea degli aventi diritto, nel momento in cui si indica la condizione della funzione specifica del servizio, crea non pochi problemi di interpretazione. Viepiù risulta che i pagamenti delle attività correnti continuano a registrare notevoli ritardi. Infine, è fondata la preoccupazione degli operatori in riferimento al prossimo subentro nella gestione dello stabilimento da parte del gruppo Mittal-Marcegaglia. Saranno onorati tutti gli impegni della gestione commissariale? E’ assolutamente necessario un intervento immediato del governo per sostenere in modo concreto le tante PMI che rischiano ormai seriamente di dover portare i libri in tribunale. Attendiamo sempre che l’attenzione verso Taranto sia testimoniata dai fatti.
Avv. Gianfranco Chiarelli
Commissione Giustizia Camera dei Deputati
Roma, 4 ottobre 2017