Militari della Compagnia di Manduria hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo “per equivalente” – ex art. 321 c.p.p. – di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un ammontare complessivo di 524 mila euro, nei confronti del titolare di una ditta individuale operante nel settore dell’estrazione di materiale per l’edilizia, attraverso la gestione di una cava di conci di tufo dell’estensione di 4 ettari con sede a Fragagnano (TA).
Il provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Taranto, su proposta della locale Procura della Repubblica, consegue ad una verifica fiscale eseguita dal predetto Reparto, all’esito della quale sono stati constatati, per il recupero a tassazione in materia di imposte dirette e I.V.A., 1 milione e 360 mila euro. In quella circostanza il titolare della ditta, completamente sconosciuto al fisco in quanto non ha presentato alcuna dichiarazione dei redditi per gli anni dal 2010 al 2014, è stato segnalato a piede libero all’Autorità Giudiziaria per il reato di omessa dichiarazione (art. 5 del D.Lgs. 74/2000).
E’ stato, altresì accertato che l’imprenditore ha trasferito la titolarità giuridica di tutti i propri beni ai due figli, rendendosi responsabile, in concorso con questi ultimi, del reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte (art. 11 del D.Lgs. 74/2000).
Il sequestro odierno, pari all’ammontare complessivo delle imposte evase, ha riguardato, oltre alle disponibilità finanziarie, anche 6 fabbricati in fase di realizzazione, terreni agricoli per un’estensione di 25 ettari e 5 autoveicoli.