“Puglia la casa della partecipazione”: era questo lo slogan che si leggeva lungo i viali della recente Fiera del Levante.
Peccato che nel concreto agire politico del Presidente Emiliano questo slogan venga continuamente contraddetto. A partire dal fondamentale settore della Sanità, di cui egli è pure Assessore.
Nella definizione del progetto sperimentale “Care Puglia 3.0”, presentato dall’Aress proprio nell’ambito della Fiera il 13 settembre scorso, non c’è stata alcuna partecipazione delle rappresentanze professionali. In particolare, non ha mai partecipato – né è stata mai consultata – nessuna componente di rappresentanza professionale infermieristica. La conseguenza evidente è che, al di là della proclamata continuità con le precedenti sperimentazioni, in realtà l’elemento organizzativo centrale del sistema di presa in carico globale della persona non è più il servizio infermieristico e ostetrico distrettuale, ma il Medico di Medicina Generale che dispone di infermieri in studio con cui ha rapporto di lavoro.
In sostanza, il progetto “Care Puglia 3.0” è incentrato su investimenti economici remunerativi alla figura del Medico di Medicina Generale, che dovrà mettere a disposizione della rete dei servizi per la gestione delle cronicità e della presa in carico del paziente i propri Infermieri di studio.
Quindi il progetto rappresenta un ennesimo cambio di rotta sulle politiche della salute e sul care infermieristico avviato con precedenti sperimentazioni, di cui la stessa Regione ha tratto beneficio in termini di riduzioni di costi e di efficienza del servizio reso ai cittadini. Insomma, un ulteriore passo indietro della Puglia sulla qualità del sistema del “care management”, che mortifica ancora una volta gli Infermieri e gli Assistenti sanitari su cui i precedenti progetti (Leonardo – Nardino) poggiavano.
Mentre le altre regioni d’Italia investono, nell’ambito del “care management” sulla professione infermieristica, la Puglia rifiuta di mettere in atto proposte funzionali coerenti con le evidenze scientifiche.
E la chiamano “partecipazione”!