Terminati i tempi per presentare al Ministero dell’Ambiente le osservazioni sulla proposta della cordata ArcelorMittal e Marcegaglia, si attende la formalizzazione della nuova AIA per l’ILVA di Taranto, che dovrà arrivare entro il 30 settembre prossimo. Tante le osservazioni giunte formalmente al Ministero dell’Ambiente da parte di enti e associazioni, da Legambiente all’Arpa, istituzioni e ordini professionali. All’unisono le proposte della nuova cordata non solo non convincono, ma risultano essere del tutto inaccettabili. Dopo cinque anni di incertezze, titubanze e preoccupazioni la città di Taranto si aspetta ciò che è necessario: un piano tecnico-scientifico che tenga conto di tutte le componenti legate all’ambiente, alla salute e al lavoro, che tuteli lo sviluppo ecocompatibile del territorio, rilanci l’occupazione e l’attività industriale. Il 12 settembre prossimo avranno inizio gli incontri e le trattative per concordare il piano industriale tra i sindacati e la multinazionale indiana ArcelorMittal. La cordata franco-indiana-italiana, da primo produttore di acciaio al mondo, ha tutte le potenzialità per poter conservare la capacità produttiva dello stabilimento di Taranto, effettuando tutti gli interventi impiantistici necessari per ridurre al massimo le emissioni nocive grazie alle disposizioni fornite nell’AIA del 2012 e nel Piano ambientale del 2014.
Sinistra Italiana chiede la piena collaborazione e partecipazione delle istituzioni nazionali, nelle persone dei Ministri Calenda, allo Sviluppo Economico, e Galletti, all’Ambiente, affinché si intraprendano opportune azioni. Torniamo a ribadire che la ri-nazionalizzazione dell’ILVA è la strada giusta da rivalutare, poichè è illogico dichiarare di interesse nazionale, giustamente, lo stabilimento ILVA e poi non mettere in atto interventi pubblici a garanzia dell’ambiente della salute e dell’occupazione, lasciando ai privati un’azienda svincolata dal mantenimento delle forze lavoro, senza condizioni serie ed accettabili di tutela ambientale e sanitaria.
Sinistra italiana afferma con decisione che non si può prescindere da determinate azioni, che vanno subito affrontate nella giusta maniera: demolire le cokerie ferme, lasciare una sola linea di sintetizzazione, coprire tutti i parchi. Provvedimenti da intraprendere subito per la riduzione dei danni dei rischi sanitari. E’ inaccettabile prendere in considerazione progetti alternativi come quello per la copertura dei parchi minerali minori (Omo, Age Nord e Sud, e Ioppa), che invece si vorrebbero circondare con semplici barriere frangivento e sistematiche bagnature dei cumuli. Questi sistemi sono inadeguati, lo dimostrano dati scientificamente provati. La dilazione temporale degli interventi di risanamento dello stabilimento siderurgico sono piuttosto contraddittori, nel senso che dimostrano quanta poca attenzione si vorrà avere per l’attuazione delle bonifiche.
Purtroppo Taranto non ha altro tempo da perdere, la nuova AIA deve essere adeguatamente chiara nel merito e nel metodo.
Il piano ambientale, sanitario, industriale devono poter essere perfettamente compatibili perché qui si parla della salute del pianeta.
Mino Borraccino
Sinistra Italiana