Il PD locale è a brandelli e le lotte intestine, che si protraggono sin dalla scelta del candidato #sindaco, poi eletto con pochissime preferenze, si acuiscono in consiglio comunale a danno esclusivo della città. Ciò che, apparentemente, viene fatto passare da una parte della maggioranza come impegno a salvaguardare le fasce più deboli della nostra comunità, nient’altro è che una rappresaglia di vecchi politici che non hanno ricevuto incarichi e conferme di poteri che davano invece per scontati. Scontati come gli ultimi dieci anni in cui gli stessi hanno portato al collasso Taranto in totale dispregio delle reali necessità della gente comune.
I punti salenti della questione che ha visto il suo exploit nell’ultimo consiglio comunale sono, in ordine di tempo, la scelta del neo sindaco Melucci di conferire assessorati a personale vicine al governatore Michele Emiliano ed alla Regione #Puglia e le deleghe fuori Giunta che hanno escluso i gruppi che fanno capo ai consiglieri Azzaro e Bitetti.
Entrambi da dieci anni al governo di questa città, è bene ricordarlo. Il pretesto per proporre le loro personalissime barricate spacciandole per scelte in nome del bene comune, sono l’assegnazione per nomina diretta del city manager al Dott. Ciro Imperio ex dirigente della Regione Puglia e l’incarico, sempre per chiamata di diretta, della Dr.ssa Doriana Imbimbo per costituire l’ufficio stampa del Comune.
Solo dopo essere rimasti a bocca asciutta, il consigliere Azzaro ed altri della maggioranza, hanno dichiarato che i fondi destinati a questi due incarichi potrebbero essere spesi per fini decisamente più nobili come: “rifinanziamento del progetto ludico-educativo rivolto ai #bambini ricoverati in ospedale, sostegno economico nei confronti delle #famiglie disagiate che non riescono a fare fronte al pagamento della bolletta del gas o che hanno necessità di un aiuto per pagare l’affitto domestico, senza trascurare la messa a norma delle strutture sportive e la manutenzione delle strade e caditoie”. È quantomai palese la strumentalizzazione delle categorie più deboli visto che le stesse sono state ignorate da questi eroi dell’ultim’ora nel corso di dieci lunghissimi anni di malgoverno cittadino che ci ha portati al punto dove ci troviamo ora. Ben venga il rinsavimento, ma se ciò fosse accaduto nelle settimane precedenti o in quelle successive rispetto a questo momento, certe azioni non avrebbero innescato dubbi più che legittimi. Frattanto, fuori dall’aula consiliare, c’è gente che attende risposte su temi di primissima necessità come salute e lavoro. Un altro comportamento camaleontico da segnalare riguarda il consigliere Dante Capriulo, fino allo scorso anno all’opposizione, criticava aspramente il bilancio d’esercizio economico-finanziario 2016.
Da poche settimane tra i banchi della maggioranza e nominato presidente della Commissione Bilancio con delega alla Programmazione economico-finanziaria, ora ne condivide pacificamente i contenuti.
Durante il secondo giorno di consiglio comunale è mancato il numero legale di consiglieri per far proseguire l’assise a causa dell’assenza di diversi consiglieri appartenenti alla maggioranza. Dopo un consiglio comunale durate un giorno e mezzo, il sindaco Melucci ha ritenuto opportuno prendersi 48 ore di tempo a partire da ieri per chiarire se proseguire o meno il suo mandato.
Auspico che questa amministrazione punti alla trasparenza nelle scelte politiche e nelle decisioni amministrative, che cominci a destinare incarichi che prevedono spese a carico della collettività tramite gare di evidenza pubblica. È il minimo che si possa fare per far riavvicinare la gente onesta alla politica e per poter essere presi sul serio anche perché, come tutti sappiamo, la situazione economica del comune di Taranto non è delle migliori. Al tempo stesso, spero che ci si sleghi sin da subito dai vecchi metodi di fare politica e che ogni soggetto chiamato a svolgere il proprio dovere in rappresentanza della cittadinanza, badi ai reali interessi della comunità anche se ciò dovesse comportare l’abbandono della propria poltrona. Dal canto mio, ribadisco di non essere interessato a mercanteggiare né a mettere davanti i miei interessi a quelli della mia città pur di conservare un posto in questo consiglio comunale.
Vincenzo Fornaro