Eravamo là, con tanti buoni propositi e il timore di dire parole sbagliate. Immaginavamo, certo, che chi dovevamo incontrare conosceva già i nostri sogni e le nostre aspettative, ma noi non conoscevamo i loro. Con chi avremmo parlato della salute dei bambini, di quanto questo popolo ha pianto e quanto, ancora, piangerà? Si, certo, il Sindaco. Ma come aveva fatto ad arrivare fino a quella carica non piaceva a nessuno di noi, gettava ombre lunghe e sospette, e certo non erano pregiudizi. Chi lo ha sostenuto, le persone legate a quel partito, non hanno voluto bene ai nostri figli, non li hanno difesi, non ne hanno chiesto il rispetto. È tutto scritto, nero su bianco. E così ci siamo seduti intorno a quel tavolo. Su una poltrona poco distante da noi, un signore della Digos con gli occhiali da sole garantiva la sicurezza. Così, quando la dott.ssa Parisi ha iniziato a parlare dei suoi piccoli pazienti (quelli che non ci sono più, per intenderci, e quelli che ancora soffrono) e si è alzata in piedi in loro onore, chiedendo al sindaco di non dormire la notte, come non dorme lei, il signore della Digos è uscito; forse vergognandosi un po’. Sono state tre ore di pena, di lacrime, ma anche di grande consapevolezza. A cominciare dai nostri tecnici, preparati, intelligenti, comunicativi, passando da Alessandra, Sabrina, Stefania, per arrivare al Sindaco che ci è parso d’accordo su quanto dicevamo. Finalmente non abbiamo dovuto combattere per dimostrare quello che per noi tutti è una realtà che si vive ogni giorno, in tutte le case. A Taranto stiamo morendo innanzitutto per colpa dell’inquinamento prodotto dalle grandi industrie. Punto. Eravamo tutti d’accordo, le mamme, i papà, le pediatre, il tecnico, il Sindaco ed il Vice Sindaco. E forse anche il signore con gli occhiali della Digos. Adesso, noi Genitori tarantini vogliamo sperare, senza abbassare di un solo millimetro la guardia, orgogliosi che i nostri cuori, all’unisono, abbiano ancora voglia di battere per il bene di Taranto e di tutti i suoi figli.
Genitori Tarantini