“Risanare i conti del comune di Taranto? Un’impresa semplicemente impossibile anche per un supereroe, considerando per di più l’insieme di emergenze ormai divenute croniche che il capoluogo ionico deve affrontare quotidianamente: ambientale, lavorativa e sanitaria in primis. Il sindaco Melucci si è ritrovato in mano, in queste prime settimane di mandato, una vera e propria patata bollente, il disastro del quale dobbiamo ringraziare l’ex primo cittadino Ippazio Stefano, capace di aumentare al massimo la pressione fiscale sui contribuenti tarantini, senza mai al tempo stesso avere alzato la voce con Bari o con Roma, nel timore di disturbare i suoi capi del Pd. E’ infatti paradossale che Stefano, nei quattro anni di commissariamento dell’Ilva, non abbia mai trattato con Palazzo Chigi la questione delle casse comunali. Se Taranto è in ginocchio, o forse sarebbe meglio dire ormai sotto terra, lo deve infatti principalmente ad un’economia annichilita, schiacciata proprio dal colosso Ilva, che ha contibuito ad annullare la società cittadina, con tanto di fuga di molti abitanti e di tantissimi commercianti, verso altre località, comuni nei quali è ancora possibile vivere e lavorare. L’Ilva ha raso a zero tutto ciò che si è trovata attorno, e mentre la recente svendita produrrà solo povertà, con quattro mila nuovi senza lavoro entro un paio d’anni, la nuova amministrazione si interroga su come colmare un pozzo senza fondo. La strada è solo una, caro sindaco Melucci, negoziare con Roma il debito. Taranto si tiene un’Ilva che uccide cittadini e bilanci e che paga le proprie tasse non in città ma a Milano? Allora lo Stato risani i conti comunali. Solo azzerando il debito potrà esserci un abbassamento delle imposte, consentendo un riavvicinamento dei commercianti ad oggi fuggiti. Contestualmente si dovrà fare fronte al nodo inquinamento, con l’attuazione delle bonifiche, insieme ad un’operazione anti degrado e per la legalità”, lo dice l’onorevole Vincenza Labriola di Forza Italia alla Camera dei Deputati.