Ci siamo messi in testa che questa città va cambiata a partire dai suoi abitanti.
Inutile, caro Sindaco, continuare con sporadiche opere di pulizia quando la testa di certi tarantini va lavata insieme ai panni sporchi suoi stessi.
Non è possibile che oggi abbia collezionato un’altra figuraccia con un gruppo di turisti stranieri portati a fare una passeggiata sul Lungomare.
Le foto colgono solo una minima parte dell’indecenza perché non voglio che Google indicizzi immagini troppo negative della mia città.
Ma qui occorre decidere.
Se continuare a lavare la testa al mulo o se cambiarla proprio.
E non è questione di fare qualche pulizia, per quanto encomiabile sia lo sforzo.
Qui è questione di fare un’incredibile opera di civilizzazione e di acculturamento del cittadino medio.
Se vogliamo fare la rivoluzione, dobbiamo rivoluzionare il modo di fare.
Non intendo fare lezioni a nessuno, tanto più che lei, caro Sindaco, è un imprenditore che ha viaggiato almeno quanto me.
Ma desidero intraprendere insieme a questo Comune una guerra all’ultimo sangue con gli sciacalli della città, ovvero certi tarantini stessi.
Visto che di multe non ne possiamo parlare perché parrebbe che i vigili siano al 50% del loro organico, almeno diamoci da fare per istruire certa gente che crede di vivere nella giungla.
Organizziamo eventi, facciamo manifesti, organizziamo iniziative.
Facciamolo insieme.
Made in Taranto c’è.