Due gravi episodi, un omicidio al pronto soccorso del SS. Annunziata e il suicidio di ieri al Moscati, per il naturale impatto emotivo che producono sulla opinione pubblica, inducono a valutare, e stigmatizzare, le responsabilità sul piano operativo. Che pure ci sono. In entrambi i casi potremmo ipotizzare in termini legali come minimo una “culpa in vigilando”. Il rischio però è che il tutto sia derubricato ad una mera lacuna organizzativa. Così non è, o almeno non del tutto. Quanto accaduto, per quanto eclatante, rappresenta solo la punta dell’iceberg di un sistema sanitario che è ormai al collasso. Organici sottodimensionati, accorpamenti e chiusure di reparti, personale stressato, utenza disorientata che, spesso, comincia perfino a rinunciare a recarsi al pronto soccorso. Tutto ciò non può che attribuirsi esclusivamente alle scellerate scelte politiche, avviate da Vendola e proseguite con Emiliano. Ho difficoltà a comprendere come autorevoli esponenti del Partito Democratico contestino il governatore fuori dai cancelli degli ospedali tarantini, quando in regione lo stesso PD vota il piano di riordino ospedaliero. Qualcosa non torna. Ma ciò che soprattutto non può continuare ad andare è l’attuale stato delle cose; Emiliano finora ha fallito, e non solo in tema di sanità. Abbia almeno l’umiltà di prenderne atto e di affidare la delega a qualcuno che sia quantomeno più presente.
- Avv. Gianfranco Chiarelli
Commissione Giustizia Camera dei Deputati
Roma, 18 agosto 2017