L’on.le Gianfranco Chiarelli (DIT), che nei giorni scorsi ha avuto modo di ricevere notizie di prima mano sullo stato dell’arte della ricostruzione delle aree terremotate, incontrando in particolare un rapprresentante dei cittadini di Amatrice, ha depositato una interpellanza per solleciitare il Governo rispetto ai notevoli ritardi registrati ad un anno circa dal sisma.
Interpellanza urgente al Presidente del Consiglio dei Ministri
premesso che:
- Il 24 agosto del 2016 un fenomeno sismico, definito sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso, devastava una ampia area del’Italia centrale, causando centinaia di morti e la distruzione di interi centri abitati.
- Tra le località che hanno subito maggiori danni, sia in termini di vite umane, sia di crolli, si annoverano Amatrice, Accumoli, Norcia, Visso, Arquata del Tronto, e moltissimi altri paesi della valle del Tronto. (in totale 131 comuni in 4 regioni)
- Una prima stima del Governo, sicuramente in difetto, ha valutato in oltre 4 miliardi di euro i danni al patrimonio immobiliare, storico ed artistico. L’ultima relazione inviata alla UE, anche a seguito di ulteriori scosse registrate, parla di oltre 23 miliardi.
- Il 26 ottobre 2016, il 30 ottobre 2016, e il 18 gennaio 2017, si sono registrate ulteriori scosse di terremoto nelle stesse aree geografiche.
- Il 22 luglio 2017 altre scosse hanno interessato in particolare Amatrice e Campotosto.
- L’attività sismica, pur con entità ridotta rispetto all’evento del 24 agosto 2016, continua ad interessare le aree dell’Italia Centrale già fortemente danneggiate.
- A distanza di circa un anno dal primo evento risulta all’interpellante che tutte le azioni dirette alla messa in sicurezza delle aree interessate, a partire dalla rimozione delle macerie (meno del 10% rimosso), alla realizzazione dei quartieri SAE(Soluzioni Abitative di Emergenza), e, soprattutto alla ripresa delle normali attività economiche e sociali, registrano un notevole ritardo.
- In particolare solo una piccola percentuale di casette (SAE) sono state assegnate; nessuna azione risulta essere stata intrapresa per programmare in tempi brevi, e certi, la ricostruzione dei centri abitati, atteso che:
o Le casette (SAE), soprattutto in relazione alla loro dimensione, al materiale con cui sono realizzate, al loro posizionamento direttamente sul terreno, al contesto geografico, particolarmente esposto nella stagione invernale a condizioni meteorologiche estreme, non risultano idonee ad una permanenza stabile e duratura nel tempo;
o La loro allocazione in un contesto in cui permane la presenza delle macerie, in assenza di attività commerciali, e di servizi, non facilita la ripresa di una vita relazionale, sociale ed economica delle popolazioni.
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- Se ha disposto, o intenda disporre, un accurato accertamento mirato a conoscere lo stato dell’arte rispetto alle azioni previste, e garantite dal Governo, nell’immediatezza del primo evento sismico, con una puntuale verifica di ciò che è stato fatto e ciò che resta da realizzare, individuando le ragioni dei ritardi accumulati, per rimuovere ogni ulteriore causa ostativa.
- Quali risorse sono disponibili, e quali altre intenda predisporre, per assicurare alle popolazioni, in tempi brevi e certi, ogni strumento necessario a facilitare la ricostruzione dei centri abitati, e con essi, delle comunità.
On. Gianfranco Chiarelli
Roma 01/08/2017