Tornano ad accendersi i riflettori sulla spinosa questione dell’Archivio Storico Comunale di Taranto che ormai da diversi anni sembra non suscitare l’interesse delle amministrazioni tarantine.
L’Archivio Comunale, oltre alla conservazione, è preposto alla tutela e alla valorizzazione dei documenti dell’ente e rappresenta , quindi, una risorsa culturale preziosa per l’identità di una comunità sia perché testimonia e conserva la memoria storica della città, sia perché rende fruibile ai cittadini interessati una riscoperta delle proprie radici.
D’altronde è proprio la legge che prevede che tutti gli enti, in particolare i Comuni, conservino in buon ordine il proprio archivio e che si adoperino affinché esso possa divenire strumento di cultura. Purtroppo però, a Taranto, pare non ci sia spazio per la cultura e interesse a valorizzare questa grande risorsa.
L’archivio di Taranto negli scorsi anni è stato trasferito infatti nella struttura dell’ex Upim in un luogo per nulla idoneo, dichiarato “inagibile” a causa di infiltrazioni che hanno addirittura provocato la caduta di calcinacci rendendo la sede inaccessibile e quindi la consultazione dell’archivio non fruibile.
Quanto tempo ancora dovranno attendere i cittadini per avere sul proprio territorio un Polo archivistico “fruibile” in cui trovare in un’unica sede documenti e materiali storici del territorio, tra cui il bellissimo Archivio Belleli? Quali azioni ha sin’ora espletato l’Amministrazione per concretizzare questo progetto?
Sono queste le domande che gli attivisti di Taras in Movimento pongono al Sindaco Melucci, al Dirigente del Settore Patrimonio e al Responsabile dell’Archivio Storico di Deposito, attraverso una istanza protocollata in data 24 luglio u.s. Per gli attivisti, dunque, per valorizzare e rendere maggiormente accessibile l’archivio comunale è necessario dotarsi di un Polo Archivistico, ossia di un’ unica sede in cui trasferire tutto il materiale storico e quindi ipotizzano soluzioni avanzando proposte per l’eventuale sede come il bellissimo palazzo dell’ex Banca d’Italia, in piazza Ebalia o il Palazzo delli Ponti o De Bellis in città
vecchia.