E’ il momento dei consuntivi e delle scelte da fare perchè restare nel guado dell’incertezza finisce col corrodere sicurezze date per acquisite.
Per capire, parafrasando il motto dossettiano, se la notte sta lasciando il posto all’aurora di un nuovo giorno, Gianni Liviano, consigliere regionale tarantino, e organizzatore della Tre giorni di riflessioni sul tema “Fate quello che Egli vi dirà” (che prende spunto dal racconto evangelico delle Nozze di Cana allorquando una coppia di sposi – ovvero la comunità in cammino – si trova di fronte alla mancanza di vino – la perdita di ideali, passione, vitalità, amore per il bene comune – ma ritrova la speranza nell’esortazione di Gesù a fare quello che Lui dirà loro: ovvero di portare gli otri pieni di acqua che sarà, poi, trasformata in vino) ha invitato l’on. Ernesto Preziosi, già presidente nazionale di Azione cattolica e coordinatore dell’associazione Argomenti 2000, a parlare di “Una rete di amicizia perchè l’impegno, per il bene comune, sia servizio”.
E l’on. Preziosi non si è sottratto al compito e subito ha chiarito che “ci troviamo di fronte a una crisi anche grave, sociale, e della stessa democrazia che si sostanzia nel crollo della partecipazione alle elezioni. In questa situazione – ha aggiunto – tutti i cittadini sono chiamati a un nuovo impegno, e fra questi anche i cattolici, che hanno un motivo di fondo per impegnarsi, non legato necessariamente a una ideologia. Dobbiamo rivatilizzare la democrazia che, ancorchè perfettibile, è l’unico strumento per migliorare la vita degli uomini. Vanno ripensati i partiti e i corpi intermedi, in primis i sindacati, che se non si autoriformano non saranno piu’ in grado di rappresentare le dinamiche del lavoro, e il mondo dell’associazionismo. Insomma, partire da una nuova visione della persona, di mondo, di società e le forze politiche devono avere la capacità di avere una progettualità e un programma politico che nella maggior parte dei casi sono assenti”.
Già, l’impegno dei cattolici in politica. Vexata questio alla quale si tenta di dare risposte le piu’ esaurienti possibili. “Negli anni scorsi – ha spiegato l’on. Preziosi – molti, di fronte al disorientamento, erano portati a rimpiangere il passato e si diceva: dobbiamo tornare indietro, quando avevamo un partito. Oggi c’è meno nostalgia, perché ci si rende conto che per la situazione nuova che noi abbiamo occorrono degli strumenti nuovi. C’è la percezione e speriamo la capacità di mettere in atto nuove proposte, strutture, strumenti. In questo senso ha aggiunto il parlamentare Pd – credo valga la pena dire che per i credenti il problema della politica non è tanto della presenza personale ma soprattutto di elaborazione culturale. Dobbiamo essere capaci di ricavare dall’insegnamento del Vangelo e dalla dottrina sociale della Chiesa e dal Magistero delle proposte di tipo politico sui grandi temi dell’agenda politica: il lavoro, l’assistenza, il welfare, la sanità, la casa”. Insomma, un cattolicesimo democratico “che non può essere un’intuizione, un’idea ma deve contaminarsi perchè in ogni epoca storica deve confrontarsi con la realtà del momento. Perciò – ha proseguito Preziosi – serve un’interpretazione piu’ ampia del cattolicesimo democratico che faccia i conti con la politica ma che abbia una elaborazione culturale comune che oggi manca”.
Per cui i nodi essenziali della presenza dei cattolici in politica “sono: coscienza politica in senso pieno; autonomia della politica e laicità delle istituzioni; cultura della mediazione; giustizia sociale e eguaglianza sostanziale; investire sull’autonomia della società civile; fermento in mare aperto e non una lobby di cattolici. Non dobbiamo aggregarci per difendere i valori perchè se i valori sono tali si difendono da soli ma dobbiamo difendere i piu’ deboli. Sulla base di queste idee va messa in moto una nuova stagione del cattolicesimo che non possono mettere in piedi altri”.
Come muoversi, allora. “Dobbiamo avere la forza di creare spazi di partecipazione”, ha spiegato Preziosi, “creare un progetto, ridare visibilità al cattolicesimo attraverso i contenuti”.
Palla a don Antonio Panico, presidente del Comitato tecnico organizzatore della sede distaccata Lumsa di Taranto con compiti di coordinamento generale delle attività didattiche e di ricerca e ultimo relatore di giornata, che, chiamato a parlare de “I bisogni dell’uomo e le aspettative del mondo”, subito lancia un allarme: “manca una adeguata formazione, che sempre piu’ viene ridimensionata, sulla dottrina sociale della chiesa”.
Ascoltare la parola di Dio, ha detto poi don Antonio Panico, ci permette “di entrare in sintonia con un mondo che non è appannaggio degli uomini di Dio. Tutti possono ricevere qualcosa di positivo da quello che Egli ci dice perchè Dio non può fare a meno degli uomini. Non ci sono superman, non ci sono uomini solo al comando come è uso della politica ma c’è bisogno di comunità, di uomini che si mettono a disposizione della collettività per costruire bene comune. E questo è il principio fondante della dottrina sociale della chiesa”.