Tutto come da copione: la commissione bilancio del Senato ha di fatto accolto la richiesta, meglio dire le pressioni di Bari, licenziando un provvedimento che prevede la istituzione di più aree Zes in Puglia. Un copione che si ripete dopo il caso della istituzione delle due autorità portuali di sistema. Se Taranto rivendica giustamente il diritto, innanzitutto, ad un risarcimento per gli enormi danni subiti in termini di disastro ambientale e di salute dei cittadini, attraverso nuove opportunità di rilancio economico, si parla di campanilismo; se altri esercitano pressioni sul governo amico allora si tratta di equa ripartizione delle risorse. Le risorse: questo è il tema. Nessuna battaglia dei territori come qualcuno l’ha definita; nessuna opposizione preconcetta allo sviluppo di altre province, ma si tratta di comprendere quali e quante risorse siano disponibili e come cambi la loro distribuzione in funzione di quante aree vengano istituite. E, allora, si tratta di individuare le priorità. Che al primo posto in tema di aree disagiate in cui occorra intervenire al più presto con interventi a sostegno della economia e della occupazione, ci sia Taranto, ritengo non sia in discussione. Non solo, ma ci sono anche gli aspetti operativi che riguardano un sistema trasportistico intermodale per il quale sono stati programmati ingenti investimenti. In tutto ciò brillano per la loro assenza i colleghi tarantini che siedono nei banchi della maggioranza; mentre, infatti i rappresentanti istituzionali di Bari e Brindisi difendono, legittimamente, i proprio territori, a Taranto si continua, come per il caso Ilva, a tacere, accettando supinamente le decisioni del governo.
On. Avv. Gianfranco Chiarelli
Commissione Giustizia Camera dei Deputati
Roma, 21 luglio 2017