Il senso di appartenenza a una comunità, il sentirsi tutti “stattaruli”: questo aleggiava tangibilmente nella serata di gala (venerdì 7 luglio) organizzata per la prima proiezione di “Acquasèle”, un film dell’autore e regista Adeo Ostillio.
Oltre mille persone, infatti, hanno affollato la Biopiazza di Statte dove è stato allestito un cinema all’aperto, proprio come quelli che, in modo molto più spartano, un tempo si organizzavano in estate nei nostri paesi per proiettare vecchi film in bianco e nero.
Una sensazione da “Nuovo cinema paradiso” rafforzata dalla visione di “Acquasèle”, pellicola girata in gran parte in bianco e nero per trasportare lo spettatore nell’atmosfera dell’immediato dopoguerra, dal 1945 al 1947, il periodo in cui è ambientato il film.
“Acquasèle” narra le vicende di una famiglia del popolo “stattarulo”, una storia di estrema povertà: erano tempi difficili in cui l’acquasèle, il pane raffermo bagnato e condito con pomodoro e sale, rappresentava la principale forma di sostentamento per molte famiglie.
Eppure “Acquasèle” mostra una famiglia coesa in cui, tra mille stenti, c’è tanta solidarietà e affetto, c’è un rispetto profondo per il padre che ogni giorno si spacca la schiena in una cava per un misero salario.
Protagoniste sono due donne: Rosarietta (Graziana Alfarano), la figlia maggiore costretta a lavorare per aiutare il magro bilancio familiare, che nel film diventa donna scoprendo l’amore, e la madre Cenzina (Valeria Iacobino) che ogni giorno deve “industriarsi” per sfamare la famiglia con l’acquasèle.
Nel film hanno recitato tutti attori non professionisti, cittadini alla loro prima esperienza cinematografica, tra l’altro gran parte dei dialoghi sono rigorosamente in vernacolo “stattarule”; gli attori, inoltre, hanno indossato vestiti originali dell’epoca.
Imponente il cast di “Acquasèle” nella cui produzione sono state coinvolte, a vario titolo, circa 180 persone tra attori protagonisti, caratteristi, comparse, nonché tecnici e macchinisti. Le riprese del film sono durate tre anni.
I personaggi del film si muovono in un grande affresco che mostra la Statte dell’immediato dopoguerra, anche con due flash back riferiti a episodi storici precedenti.
“Acquasèle”, infatti, è impreziosito da una attenta ricostruzione di usi e costumi dell’epoca, nonché dalla fedele riproduzione degli interni e degli esterni in cui sono state effettuate le riprese.
Adeo Ostillio, medico prestato alla cinematografia, si è cimentato con passione e amore nella realizzazione di questa pellicola, della durata di 91 minuti, di cui ha curato con competenza e professionalità tutti gli aspetti della produzione: dalla ricerca storica e documentale alla sceneggiatura, dall’allestimento scenico al casting, dalla regia al montaggio finale.
Il film si basa principalmente sulla rigorosa ricostruzione di tradizioni e fatti realmente accaduti, “documentati” da Adeo Ostillio mediante interviste agli anziani del paese, alcuni “lucidamente ultranovantenni”, nonché attraverso un meticoloso lavoro di ricerca in biblioteche, archivi ed emeroteche.
Questo è il grande merito di Adeo Ostillio che con “Acquasèle”, una produzione autofinanziata della sua GAO Film, ha voluto lasciare alle generazioni future una testimonianza delle tradizioni e della storia della comunità stattese.
Merito riconosciuto tangibilmente nella serata di gala che, presentata dalla giornalista Nicla Pastore, ha visto la comunità di Statte stringersi con affetto intorno ad Adeo Ostillio affollando la Biopiazza, per poi assistere al film emozionandosi, soprattutto i tanti anziani che hanno rivissuto la loro infanzia.
Un merito riconosciuto dal Sindaco di Statte, Franco Andrioli, e dal Sindaco di Crispiano, Egidio Ippolito, ma soprattutto da tutto il cast che è salito sul palco a raccontare le emozioni di questa prima esperienza di cittadini-attori.
Sul palco sono salite anche Annamaria Petrera, presidente del Comitato provinciale dell’UNICEF, e Rosanna vantaggiato, tutor zonale del Progetto “Scuola Amica” dell’UNICEF, che, attorniate da bambini festosi, hanno sottolineato come le privazioni dell’epoca mostrate in “Acquasèle”, sono purtroppo simili a quelle che oggi patiscono i figli delle famiglie dei “nuovi poveri” italiani, nonché migliaia bambini che in tutto il mondo, come in Siria, sono costretti a cibarsi di sole foglie.
La serata di gala è stata patrocinata dalla Regione Puglia, dal Comune di Statte e dall’Unione dei Comuni di Statte Crispiano Massafra, nonché ha ricevuto l’adesione del Comitato provinciale UNICEF di Taranto; media partner è stato Studio100TV.
Hanno sostenuto l’iniziativa Pascar, Angeliflex, Tenuta Tudisco, Parafarmacia Naturalia e Banca Popolare di Puglia e Basilicata.
Taranto, lì 8 luglio 2017