“La Regione Puglia si impegnerà, nel rispetto delle competenze specifiche dei singoli dipartimenti, a compiere gli atti dovuti e di propria competenza al fine di poter provvedere alle assunzioni necessarie nell’Arpa, in applicazione di quanto previsto dalla Legge 1 agosto 2016, n. 151 relativa alle disposizioni urgenti per il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del gruppo Ilva”.
Ne dà notizia il consigliere regionale Gianni Liviano nel commentare l’approvazione, all’unanimità, della mozione di cui è unico firmatario da parte del Consiglio regionale nel corso della seduta nella quale, sempre all’unanimità, i consiglieri hanno approvato anche la mozione sulla crisi di Teleperformance.
Per quanto riguarda la mozione sull’Arpa, “la Regione non ha, a tutt’oggi, intrapreso – specifica Liviano – nessuna attività né per l’autorizzazione ad Arpa Puglia alle assunzioni né per l’individuazione ed il trasferimento delle risorse economiche per le assunzioni in deroga previste dalla legge 151, con la conseguenza di una ormai irrimediabile perdita di fondi per 2,5 milioni di euro per le assunzioni per il 2016, e con nessun segnale di un possibile cambiamento di indirizzo per l’anno 2017. Una situazione che mal si concilia con la specificità del territorio tarantino alle prese – ricorda il consigliere regionale tarantino – con un’emergenza ambientale e sanitaria che non ha uguali. Inoltre, – conclude Liviano – l’Arpa di Taranto versa in condizioni di particolare carenza di personale, con un organico pari alla metà di quello previsto dalla pianta organica approvata dalla stessa Regione Puglia”.
Da parte sua, il presidente della giunta, Emiliano, interpellato in qualità di assessore alla Sanità, nel dare parere favorevole alla mozione ha sottolineato come i ritardi siano dovuti al fatto che l’Arpa non avrebbe attivato le procedure di propria competenza.
Approvata all’unanimità anche la mozione, sempre a firma del consigliere regionale Gianni Liviano, in merito alla vertenza Teleperformance di Taranto.
Nel testo della mozione è stato evidenziato che “nella città e nella provincia di Taranto, la seconda impresa produttiva per numero di occupati dopo l’Ilva è la società Teleperformance, il call center francese con sede operativa nel quartiere Paolo VI, che impiega circa 1500 lavoratori assunti a tempo indeterminato e più di 1000 cosiddetti atipici, con contratti di lavoro a progetto e contratti di somministrazione”.
È stato anche rilevato che le rappresentanze sindacali unitarie di Teleperformance hanno più volte ribadito, anche a seguito dello sciopero nazionale del settore delle Telecomunicazioni dello scorso febbraio, che un mancato intervento politico-legislativo sul settore potrà trascinare Teleperformance e le altre aziende similari in una nuova crisi ancor più grave e senza prospettive.
Pertanto, con questa mozione il presidente della Regione Puglia, “si impegna – spiega Liviano -a sollecitare ed intervenire presso Asstel Confindustria (associazione di categoria che, nel sistema di Confindustria, rappresenta le imprese della tecnologia dell’informazione esercenti servizi di telecomunicazione fissa e mobile) al positivo rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro di settore, scaduto da oltre due anni, e di introdurre regole chiare, definitive ed utili alla tutela e qualità del lavoro nel delicato settore in oggetto per scongiurare selvagge delocalizzazioni; eliminare le gare fondate prioritariamente sul prezzo più basso; rendere effettiva la clausola sociale nei cambi di appalto; la qualificazione delle imprese attraverso il cosiddetto bollino blu; sostenere l’impresa responsabile in accordo con la rappresentanza del lavoro”.
Con le due mozioni approvate martedì dal Consiglio regionale, “abbiamo creato – conclude Liviano – le condizioni perché altri due tasselli dell’intricato e complicato mosaico si incastrino al loro posto. Certo, la strada è ancora lunga ma non ci sottrarremo dal percorrerla tutta è fino in fondo pur di fornire risposte, le più concrete e più esaurienti possibili, ad un territorio che cerca di smarcarsi dalla monocultura industriale”.