Miliardi per salvare le banche: salvi i posti di lavoro (non tutti!), salvi i piccoli creditori. Mettiamola pure così. Non senza qualche riserva ovviamente, ipotizzando che altre potevano essere le soluzioni. Nessun intervento concreto, invece, per salvaguardare centinaia di aziende dell’appalto Ilva, messe in ginocchio dalla nota vicenda giudiziaria che ha interessato l’acciaieria tarantina, finita in amministrazione straordinaria. Una piccola, ma importante, boccata d’ossigeno sarebbe venuta, in particolare per gli autotrasportatori, dalla prededuzione di crediti pregressi che avrebbe garantito un canale preferenziale in relazione ad un ammontare complessivo di 25 milioni di euro. Il giudice delegato ha però detto no. Avrà avuto le sue ragioni ovviamente e, come è giusto che sia, di fronte ad un provvedimento di natura giudiziaria, occorre limitarsi ad attivare le previste procedure di opposizione. La questione è però politica. E’ arrivato il momento di comprendere quale sia davvero l’interesse del governo per Taranto. Venticinque milioni rispetto ai miliardi pubblici(alla fine saranno più di otto!) spesi per le banche venete sono davvero nulla, ma, soprattutto hanno un indiscutibile ed assoluto valore sociale per un territorio martoriato come quello della provincia ionica. Comprendo lo stato d’animo di tanti piccoli imprenditori che rischiano concretamente di dover chiudere di fronte a questa ennesima beffa; sarò ancora una volta al loro fianco in ogni forma di legittima protesta, e mi attiverò con ogni strumento utile per sollecitare il governo.
On. Avv. Gianfranco Chiarelli
Commissione Giustizia Camera dei Deputati
Roma, 01 luglio 2017