Quando essere “Artigiani” significa sentire il proprio lavoro come un’arte da divulgare, nasce la convinzione che occorra trasmettere il proprio sapere alle giovani generazioni, composte da giovani con alti titoli di studio spesso, ma non spendibili nell’attuale e critico momento economico che ci troviamo a vivere.
Partendo da questo principio AssoMarmo ha inteso intraprendere la via della formazione dei giovani. Il settore lapideo , infatti, da decenni soffre della mancanza di un turn over di queste figure professionali che intraprendano l’antico mestiere del marmista, per non parlare del mestiere dello scalpellino, lavoro sconosciuto alla moltitudine ma che, se eseguito con pazienza e passione trasmette capolavori immortali alle future generazioni, come le vestigia del passato, presenti anche nel territorio tarantino e soprattutto nelle chiese, testimoniano.
L’elenco degli antichi mestieri che hanno fatto la storia della puglia, ed, in particolare, di questo scorcio di terra che si affaccia sullo Jonio, è lungo. Molti sono in via di estinzione, altri sopravvivono tra mille difficoltà, spesso all’ombra del mercato ufficiale, ma tutti affondano nel dna del nostro sistema produttivo. Lo sviluppo di molti vecchi mestieri oggi si identifica spesso con la dizione “artigianato”, un lavoro che lascia ancora spazio alla creatività e all’iniziativa e, se affrontato con passione e attenzione, può riservare ampie soddisfazioni, personali, professionali ed economiche
Non è segno di irriverenza, ci ricorda il presidente della categoria, Federico Greco, “pensare a Michelangelo, al Bernini, al Sammartino (del quale anche il Cappellone di San Cataldo conserva dei capolavori sconosciuti a molti), e a tanti altri artisti che dai tempi nei quali vivevano ci hanno tramandato delle opere d’arte che tutto il mondo ci invidia. Questi personaggi sarebbero diventati così famosi se non avessero imparato dai Maestri di Bottega le varie tecniche dello scalpello?”
Ma ci sono ancora questi maestri? “Da presidente nazionale della categoria – afferma Greco – assicuro che ci sono e sono tantissimi; non amano farsi della pubblicità ma li trovate nei loro opifici a lavorare silenziosamente con dedizione e passione,ed è proprio questa dedizione che nutrono verso il proprio lavoro che li porta ad aver voglia di divulgare la propria arte,fatta di conoscenza accumulata negli anni, magari tramandata di padre in figlio. AssoMarmo ha fatto sua questa volontà e, grazie al lavoro di equipe che ci contraddistingue, è riuscita a creare un vero progetto di Formazione che potrà sfociare opportunità occupazionali concrete” .
Il percorso formativo, dunque, è in procinto di partire ed è rivolto a tutti coloro che amano l’ arte e l’artigianato, spaziando dalla possibilità di intraprendere un corso minimo di 100 ore che ha il fine di memorizzare le tecniche base proprie del lavoro dello scalpellino, ai corsi da 300 e 600 ore nei quali viene inserita un’attività teorica che permette di avere un quadro generale per intraprendere l’attività lavorativa artigianale.
“In una società come quella attuale che ci porta ad avere ritmi frenetici e un livellamento sociale , a nostro avviso,- conclude il presidente- vi è ancora spazio per coloro che amano i lavori fatti a mano , che si emozionano dinanzi a un prodotto artigianale. Ma l’artigiano non si può improvvisare tale. Deve conoscere i materiali che lavora, in maniera da soddisfare le esigenze della propria clientela, oltre a conoscere la legislazione vigente nel settore, e deve acquisire, soprattutto, una sua capacità manuale che lo differenzia dalla grande industria. Tutto nel quadro di una attività economica assolutamente ecosostenibile”.
I corsi di AssoMarmo, che partiranno dopo l’estate con modalità di iscrizione che saranno comunicate a breve, hanno un duplice fine. Innanzitutto, mirano a dare agli allievi proprio quella manualità che non potrebbero imparare da nessuna parte se non lavorando presso altri artigiani. A loro volta volta, le botteghe, che non possono permettersi di avere degli apprendisti di cui hanno bisogno, troveranno operai già specializzati da immettere nel proprio ciclo produttivo.