Il potenziamento dell’offerta formativa a Taranto passa attraverso la riprogrammazione. Per cui diventa importante avere, della problematica, una condivisione tecnico-scientifica, politica e tecnico-finanziaria. È quanto emerso dai lavori del tavolo tecnico per il potenziamento dell’offerta formativa, coordinato dal consigliere regionale Gianni Liviano, riunitosi nei giorni scorsi a Taranto nella sede del Provveditorato agli studi e al quale hanno preso parte il dirigente l’Ufficio scolastico provinciale, prof. Cosimo Rusciano, il preside della I facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari sede di Taranto, prof. Gregorio Andria, i proff.ri Giorgio Rocco e Rino Montalbano del Politecnico di Bari, la prof.ssa Laura Tafaro, Scienze e gestione della attività marittime Università di Bari, il prof. Giuseppe Mastronuzzi dell’Università di Bari.
Un incontro produttivo che ha delineato le linee guida della strategia da attuare tenendo sempre presente, però, quella che è l’attività parallela che il tavolo Cis sta portando avanti. Un aspetto importante è da non sottovalutare per non incorrere nell’errore di pensare a progetti che, anziché essere complementari, potrebbero sovrapporsi e non essere finanziati.
E proprio perché il Cis ha la necessità di realizzare interventi su Taranto nel medio periodo, i componenti il tavolo tecnico hanno reputato opportuno partire da progetti immediatamente realizzabili ma, anche, di incontrare a breve il dott. Giampiero Marchesi, che è il coordinatore del Contratto istituzionale di sviluppo, in maniera da armonizzare gli interventi previsti dalla legge regionale speciale per Taranto con quelli del Cis.
Tra i progetti immediatamente realizzabili è stata individuata la realizzazione della filiera formativa della nautica.
Intanto, come metodo di lavoro, in preparazione del prossimo incontro, i componenti il tavolo tecnico per il potenziamento dell’offerta formativa hanno deciso di condividere, ognuno per le proprie competenze, gli elementi (documentali, tecnici) che dimostrino il grado di
avanzamento tecnico della progettualità proposta, per meglio definire il grado di possibile
aspettativa di cantierabilità di ciascuna di esse, accompagnati da un quadro economico di
maggior dettaglio dei costi di realizzazione previsti anche per verificare le condizioni di
ammissibilità della spesa su più fondi e misurarne le fonti di copertura finanziaria. Nel caso in cui alcune delle proposte sono state già trasmesse in ambito Cis, le schede tecniche saranno sottoposte a controllo condiviso con il duplice scopo di prevalutarne la completezza (ovvero suggerire qualche integrazione) e seguirne le evoluzioni presso l’unità di Missione che coordina l’attuazione del Cis.
Si è deciso, inoltre, di gerarchizzare le schede tecniche in ordine alla rilevanza strategica attraverso criteri condivisi che facciano leva sulla rapidità di avvio e realizzazione degli
investimenti necessari per ciascuna, sulla massimizzazione degli impatti sulla comunità, sulla possibilità di associare investimenti produttivi di imprese locali o esterne, sul grado di attrattività
e di peso internazionale delle proposte anche con il coinvolgimento di eccellenze nazionali ed
internazionali, sulla completezza in uscita del circuito di offerta formativa sulla blue economy, sul consolidamento delle eccellenze formative già operative, sul coinvolgimento di fondi di privati puntando alla flessibilità a garantirne la copertura finanziaria con meccanismi plurifondo.
“Stiamo lavorando in perfetta sinergia per dare prospettive di sviluppo alla città e, soprattutto, alle sue giovani generazioni”, sottolinea il consigliere regionale Gianni Liviano, coordinatore del tavolo tecnico per la legge speciale per Taranto. “Le finalità generali – ha aggiunto il consigliere Liviano – sono quelle di promuovere e sostenere, con un approccio di governance multilivello, il necessario cambiamento delle direttrici di sviluppo della città e del territorio circostante, restituendo alla comunità, cittadini e operatori economici, la dimensione del futuro, della salute, della sostenibilità ambientale, del valore culturale, dell’innovazione e dello sviluppo delle risorse e dei fattori competitivi locali”.