Un sit-in di solidarietà in previsione della manifestazione nazionale di domani che si terrà a Trieste. La questione riguarda Sasha Colautti, metalmeccanico della Wartsila sede di Trieste salito agli onori della cronaca a causa del suo trasferimento a Taranto, dopo essersi dimesso dal suo incarico in Fiom per passare all’USB.
La Wartsila, multinazionale finlandese, fa parte del settore per le parti motoristiche e meccaniche delle grandi navi, ma a Trieste il suo stabilimento era una volta chiamato Grandi Motori, un gioiello dell’industria pubblica svenduto come tanti altri. Alla Wartsila Colautti è stato per tanti anni delegato della Fiom, e ha sempre ricevuto grande consenso per la sua competenza, il suo rigore e la sua onestà. Per questo i metalmeccanici di Trieste lo avevano eletto loro segretario provinciale. quando la maggioranza della Fiom ha deciso di cambiare linea rispetto al passato, di fare pace con Fim e Uilm e di sottoscrivere un contratto nazionale pesantemente peggiorativo, dopo essersi opposto all’accordo, Colautti ha deciso che i suoi principi valevano più della carriera sindacale.
Si è quindi dimesso da segretario, ha aderito alla USB e ha chiesto, come suo diritto garantito dalla legge, di tornare nel suo posto di lavoro in fabbrica.
La direzione aziendale prima ha tenuto Colautti fuori dalla fabbrica, poi lo ha ripreso al lavoro ordinandogli il trasferimento a Taranto, 1000 chilometri di distanza per un padre di famiglia con due figli piccoli. Colautti si è quindi incatenato ai cancelli della Wartsila. “Ciò che è avvenuto a Sasha Colautti è un chiaro segnale di ciò che vuol dire democrazia oggi in Italia – commenta Franco Rizzo, coordinatore provinciale USB che questa mattina, insieme alla delegazione provinciale e in contemporanea con il resto d’Italia, è sceso in un sit-in di protesta e solidarietà -. Domani saremo a Trieste nella grande manifestazione in difesa della democrazia e della costituzione.
La Wartsila, così facendo, ha voluto dimostrare che le persone ed i sindacati che non piacciono al padrone non hanno diritti. Un comportamento inaccettabile che va combattuto”.