“Ti ho dato una penna in mano” quasi come a voler dire “ti do la possibilità di esprimerti e, se lo faccio io per te, spero tu possa riconoscerti in queste righe”. Perché è questo quello a cui punta Serena Battista, ventitreenne massafrese: fare in modo che ogni lettore possa scrollarsi di dosso situazioni difficili o di inferiorità, e lo fa con il suo libro di esordio, una raccolta di poesie.
Un libro che nasce senza pretese, dalla voglia di cambiare vita e dall’esigenza di far sapere cosa pensa su argomenti molto importanti: quali la violenza sulle donne, il bullismo e pregiudizi in genere. Serena ha fatto suo questo senso di giustizia sin da bambina, infatti oggi studia Giurisprudenza presso la sede di Taranto dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.
Non esiste un’età giusta per sognare e Serena sogna che leggere anche una sola riga di qualsiasi libro, possa a servire a salvarci nella vita.
Dunque, quando il senso di giustizia diventa poesia, quei versi si trasformano in un incoraggiamento, in un momento di riflessione su se stessi e su chi ci sta intorno.
“Ti ho dato una penna in mano”, è sia un diario sia un libro esteso ad un pubblico ampio. Le poesie, come ci spiega l’autrice, sono scritte in chiave post-moderna. «La poesia non è una cosa antica» dice Serena, che nel suo libro ha utilizzato un linguaggio molto vicino ai giovani.
Non solo bullismo o violenza di genere, le poesie di Serena spaziano su diversi argomenti: ad esempio, la visione di Dio, una riflessione personale estesa sia ai credenti che ai non credenti, una poesia che l’autrice sente molto vicina e che punta sull’ambivalenza del dogma; le varie forme dell’amore; il conformismo, con riferimento al denaro che nelle mani dell’uomo può essere “dio denaro o signora povertà”.
Tutto ciò che Serena ha scritto tratta il suo vissuto, eccetto la violenza sulle donne e il bullismo.
Quello a cui ambisce Serena è far conoscere i suoi testi e che la lettura possa essere sempre più diffusa e favorire la condivisione: «Vorrei che fossimo tutti più emozionali e non sempre freddi». Ed è bello sentirlo da una ragazza di ventitré anni, oggi che il cinismo e l’indifferenza sembrano andar di moda, soprattutto tra noi generazioni più giovani.
Serena Battista è un’autrice indipendente agli esordi in quello che è il meraviglioso e difficile mondo della scrittura, una passione che nutre da sempre ma che non ha mai sviluppato per pigrizia e perché non credeva molto in se stessa. Ma i libri servono a questo, per chi li legge e chi li scrive: a cambiarti la vita, anche a salvarti la vita, a renderti ciò che non riuscivi ad essere, magari per paura, magari per altro. Scrivere un libro aiuta a riscattarti, a riscattare qualcuno. Serena è riuscita in maniera egregia a mettere a nudo le sue emozioni e a trasmetterle agli altri, tanti di noi, che nel nostro piccolo, sicuramente, viviamo un po’ tra quelle righe.