Il tumore al seno per una donna è forse quello peggiore. Ti devasta, ti indebolisce, ti trasforma. Improvvisamente non riconosci più quel corpo, non è più il tuo. Non sei più tu e la tua femminilità sembra sparire. Una cicatrice che non è solo fisica ma soprattutto psicologica e che non si ha il coraggio di mostrare.
Gloria Spedicato questo lo sa bene e ce lo ha raccontato. Gloria ha 37 anni, è mamma di una bimba e vive a Brindisi, a circa 10 chilometri dalla più grande centrale a carbone d’Europa. Gloria, all’età di 30 anni, poco dopo la nascita della sua bambina, durante una doccia nota un nodulo al seno. Sottopostasi ai primi controlli, la diagnosi non tarda ad arrivare: si tratta di un cancro, uno dei più brutti e invasivi. Gloria si sottopone ad un intervento per debellare questo male che già conosceva bene. Vent’anni prima, toccò a sua madre. Anche lei si ammalò di tumore al seno e subì una doppia mastectomia.
«Vent’anni fa era tutto diverso – ci racconta Gloria – l’ospedale di Brindisi non era all’avanguardia, e mia madre affrontò quello che solitamente chiamano ‘il viaggio della speranza’ fino a Roma».
Viaggiare a Roma e in aereo, perché la malattia non ti permette di affrontare un lungo viaggio in treno, è costato alla famiglia di Gloria molti sacrifici sia economici che fisici: «eppure la mia è una famiglia umile. Una famiglia di contadini. Affrontare la malattia di mamma non è stato facile da ogni punto di vista. Oggi per fortuna sta bene».
Gloria nel dramma è stata più fortunata, è riuscita a curarsi all’ospedale “Perrino” di Brindisi: «per quanto riguarda senologia ed oncologia posso affermare che Brindisi sia un grande polo d’eccellenza. L’intervento, le cure, i cicli di terapia, il personale. Ho avuto la fortuna di curarmi a casa, anche se per scrupolo ho comunque consultato altri specialisti al nord».
Gloria dunque conosceva bene quel male, che durante i suoi cicli di chemio, portò via alla vita suo cugino di qualche anno più grande di lei. «Non è facile accettare l’idea di un tumore. Ma in quel momento, quando sei lì e sai di averlo, l’unica alternativa è amare la vita che ti rimane».
Caratterialmente testarda, solare e orgogliosa, Gloria ha deciso di non “sottomettersi” alla
malattia. «Non volevo essere compatita» e quindi decide di affrontare il tutto a testa alta. Consapevole della perdita dei capelli, decise di non lasciarsi demotivare da quelle ciocche intere che giorno dopo giorno le sarebbero cadute: ha anticipato la crudeltà della malattia rasandosi i capelli. Per un po’ di tempo, anche e soprattutto in occasione di un matrimonio, ha utilizzato una parrucca. «Una volta con la fretta di aprire la porta indossai la parrucca al contrario – ci racconta Gloria con un velo di ironia – da lì ho deciso di non utilizzarla più. Ho voluto essere forte, anche se la terapia mi sottraeva ogni forza oltre la mia volontà. Ma non mi sono arresa: prendevo la mia bambina, all’epoca di 17 mesi, rossetto rosso, testa pelata e uscivo».
La prima volta che Gloria uscì senza parrucca, si recò presso un centro commerciale affollatissimo. Era il periodo di Pasqua. «Sapevo che quella era l’occasione giusta per affrontare la situazione. La gente mi guardava e, anche se c’è chi si rasa per moda, si vede chi lo fa per tendenza e chi perché è malato. Io ero pallida, un po’ gonfia. Mi davo del colore, rossetto rosso e sorriso sulle labbra».
E forse il colore più bello indossato da Gloria è stato proprio il suo sorriso. «Ho imparato ad apprezzare le piccole cose della vita, a mettere da parte tutto il resto. La frase ‘l’importante è la salute’ assume il suo pieno significato quando capisci che nella vita è davvero questo quello che conta. Il resto conta in minima parte».
Gloria ha seguito un lungo percorso che le ha insegnato ad accettare la sua malattia e successivamente il suo corpo che quella malattia ha trasformato. Durante le cure ha preso contatti con un’associazione che opera nel barese “Komen”. Questa associazione si occupa di sensibilizzare proprio sulla prevenzione per il tumore al seno e, testimonial delle iniziative, è la figlia dell’attore Lino Banfi, anche lei operata per un cancro al seno.
Questa associazione ha bandito un concorso riservato ai fotografi e intitolato “RiScatti”. Erano ammessi al concorso scatti fotografici che rappresentavano donne che volevano riscattare il proprio corpo devastato dal tumore.
Gloria ha partecipato con il suo fotografo di fiducia Antonio Leuci. Gloria è una sportiva e lo scatto la riprende a torso nudo mentre solleva i pesi, con un sorriso smagliante. Un leggero filo di trucco, ricci ribelli e un sorriso alla vita. La femminilità di Gloria che si riscatta attraverso un’immagine e che lancia un monito di coraggio a tutte quelle donne che molto spesso, dopo una diagnosi di tumore, si abbandonano a se stesse.
«Ho una frase che ho fatto mia durante questi sette anni e che non ho mai smesso di ripetere a me stessa – dice Gloria – Mai arrendersi. Ama questo prezioso dono che è la vita, per te, per i tuoi figli e per chi ti ama. E ricorda che tu sei un essere speciale».
Gloria ha vinto il cancro con l’amore per la vita. E quando questo amore ti permette di riprenderti la tua vita, allora il cancro non ti ha tolto nulla.