Non chiamatele terrecotte, perché “I Disorientati” del tarantino Piero Nardelli sono molto, ma molto di più che semplici manufatti ceramici!
L’Associazione “C.L.A.M. – Cultura, Lingue, Arte, Musica – International” di Taranto organizza, presso la Galleria Comunale del Castello Aragonese, la mostra d’arte “I Disorientati – le terrecotte di Piero Nardelli” che sarà inaugurata alle ore 19.00 di venerdì prossimo, 20 gennaio; la mostra poi sarà aperta al pubblico, dalle ore 10.00 alle ore 20.00, tutti i giorni fino a lunedì 23 gennaio.
L’artista Piero Nardelli vive e lavora a Taranto presso l’Arsenale M. M., con l’incarico di curatore della Sala Storica Artigiana; da sempre si dedica alla creazione di manufatti di ceramica artistica, figure definite da intensi accostamenti cromatici, che rappresentano una sintesi ironica, caricaturale e sicuramente drammatica delle passioni che frantumano l’immagine visibile dell’umano e raggiungono una visione totale attraverso la molteplicità dei punti di vista, costituendo così elemento di assoluto interesse nel panorama della ceramica artistica.
Così l’autore Piero Nardelli ha annunciato la sua mostra: «I Disorientati è il titolo di un mio lavoro del 2000 che, in modo del tutto involontario, oggi diventa la genesi di questa esposizione. Le figure infatti sono tutte là racchiuse in un angusto spazio circolare. Lentamente hanno acquistato corpo, peso e dimensione. L’orientamento no! Quel senso di leggera confusione, di sano disagio è rimasto intatto. L’incapacità di misurare lo spazio fisico e psichico ha aperto loro la possibilità di intraprendere percorsi diversi e sconosciuti, reali o immaginari. Entrare e uscire dal sogno, vivere l’incubo, materializzandolo ed in qualche misura esorcizzandolo, non è forse una maniera di raccontare la propria vita per tentare di percepirsi intero?”
Presentando l’evento la presidente, professoressa Francesca Di Ponzio, ha spiegato che «con questa mostra inauguriamo il nuovo anno dell’Associazione “C.L.A.M. International” che, fin dalla sua costituzione nel giugno del 2002, opera sul territorio con l’intento di diffondere e promuovere attività culturali di carattere letterario, artistico e musicale, su tematiche tese a sviluppare una mentalità aperta allo scambio, alla tolleranza, al rispetto delle culture con cui ci si confronta nel villaggio globale. In questa prospettiva l’Associazione ha organizzato eventi mirati alla promozione delle proposte e delle collaborazioni dei propri soci italiani e stranieri, che includono rappresentanti della società civile».
«L’associazione ha mirato – ha poi detto Francesca Di Ponzio – a favorire l’integrazione e l’informazione, non solo utilizzando i social network, ma soprattutto offrendo occasioni di incontro e di condivisione, letture guidate, corsi di lingue, attività didattiche, servizi linguistici, visite guidate, escursioni, viaggi, concerti e mostre dei lavori prodotti dagli stessi soci, all’interno della propria sede e in siti istituzionali, come il Castello Aragonese, il Salone degli Specchi, il Palazzo Pantaleo, il Circolo Ufficiali della Marina Militare, Il Museo Diocesano, raccogliendo l’interesse di un pubblico eterogeneo».
Ritornando alla mostra d’arte “I Disorientati – le terrecotte di Piero Nardelli”, così ha recensito l’opera dell’artista tarantino il Professor Antonio Basile, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce:
“Modelli dell’arte rimbalzano da un continente all’altro alla velocità telematica e non sono pochi quelli che cercano di captare i segnali.
Attualmente ciò che si riscontra in campo artistico è, spesso, un miscuglio di diversi elementi dove è difficile discernere nette prevalenze.
Contro il pericoloso qualunquismo visuale ed iconico diversi artisti ricercano una propria identità, al di fuori dai giochi mercantili, come nel caso di Piero Nardelli.
Entrando nel piccolo laboratorio di Piero Nardelli ed osservando tutte le opere esposte e quelle che sono in preparazione, si rimane affascinati dalla loro eleganza formale e coloristica, oltre a raggiungere ottimi risultati di compostezza e di stile. Tra queste sculture in terracotta policroma particolarmente significative risultano “Disorientati” (2000), “Madonna con Bambino” (2012), “Attesa” (2012), “Relazioni complicate” (2013), “Frida” (2013), “Anna Achmatova 1911” (2014), “Jazz” (2015), “Jazz Two” (2016), “V-Disc” (2016), “La Madonna dell’attesa” (2016), “Appunti per un suicidio” (2016), il cui progetto nasce da una riflessione di carattere iconologico e insieme tecnico-formale sul valore ambiguo, mutevole e relativo delle immagini e su come queste possano interagire tra loro dando vita ad esiti formali e concettuali imprevedibili.
I suoi personaggi rispecchiano acutamente le trame riflessive del suo mondo interiore ed evidenziano un modo originale di esprimere il complesso delle sensazioni e delle emozioni che gli suscita la quotidianità. Non è facile delineare il variegato universo poetico di Piero, nelle cui opere aleggia un senso di sospensione, che genera un effetto lirico di straniamento metafisico.
Le figure sembrano ispirarsi non alla realtà quotidiana ma ad un mondo onirico in cui tutto è trasfigurato da un candore fiabesco e rarefatto da una romantica malinconia. Le opere di Piero Nardelli non rifuggono la realtà, anzi la sua ricerca è sempre aderente alla condizione esistenziale odierna, che nelle sue opere è ridotta a simbolo, a emblema o a parvenza lievissima.
I personaggi di Nardelli si prestano ad una avvincente lettura, che procede per svelamenti successivi, talché, se da un lato, sembrano rivelare una traccia interpretativa, dall’altro rimandano a narrazioni che rimettono in discussione il complesso di informazioni che si ritenevano acquisite.
Piero Nardelli ci conduce verso quella verità che è necessario conoscere per non precipitare nella indifferenza, nella superficialità di parole e gesti, comportamenti narcisistici, egoismi individuali e collettivi; una poetica tenera e aspra, con guizzi ironici e un fondo di malinconia misto alla speranza di un mondo migliore.”