Domani andrò a votare per il rinnovo del Consiglio provinciale solo per non tradire il mandato rappresentativo conferitomi dai cittadini di Taranto alle passate elezioni amministrative comunali, ma poi il mio impegno sarà quello di adoperarmi affinché i tarantini tornino a decidere, con il proprio voto, chi dovrà governare la Provincia di Taranto.
La cosiddetta riforma delle provincie è stato uno dei peggiori progetti della storia delle istituzioni italiane: pur avendo un fine condivisibile, razionalizzare la presenza degli enti territoriali eliminando inutili duplicazioni, è stata concepita male, tanto da generare un caos normativo, e realizzata peggio.
Come ha sancito il recente voto referendario che ha bloccato la soppressione delle provincie, è ormai tempo che la Provincia di Taranto torni ad essere un Ente pienamente legittimato dal voto popolare, diretta espressione della volontà dei cittadini: solo così avrà l’autorità per rilanciare la propria azione amministrativa a favore del nostro territorio.
In tal senso è indispensabile che la Provincia di Taranto, pur essendo stata ridimensionata, ritorni ad avere le adeguate risorse finanziarie per erogare servizi, come strade e scuole, essenziali per tutti i cittadini, nonché per affrontare nel prossimo futuro una serie di scadenze, vincoli e norme importanti e di difficile gestione, che vanno dalle partecipate al patrimonio.
Soprattutto ritengo che, alla luce del voto referendario, sia utile che la Provincia di Taranto avvii un confronto con lo Stato e la Regione Puglia per la ridefinizione delle deleghe.
La Provincia di Taranto deve tornare a svolgere il proprio ruolo di principale volano per lo sviluppo del polo universitario jonico, sancito in passato dall’Accordo di Programma, nonché deve tornare ad “avere voce” sulle politiche dell’agroalimentare, del turismo e della cultura.
Sono settori importantissimi per lo sviluppo dell’economia del nostro territorio che non possono e non devono essere “controllati” dalla Regione Puglia che in più occasioni ha mostrato di non avere a cuore gli interessi di Taranto e della sua provincia, basti ricordare il mai “decollato” aeroporto di Grottaglie, o il cosiddetto “piano ospedaliero” con la soppressione di nosocomi e il futuribile ospedale “San Cataldo”.
Taranto deve ritornare a decidere il proprio futuro senza delegarlo più ai baresi!