Ecco le novità dell’amministrazione: arredo urbano; controllo sull’abbandono dei rifiuti e sanzioni per i trasgressori; adeguamento del centro di raccolta comunale; compostiera.
Il centro storico di Montemesola si è rifatto il look. Dopo la piantumazione dei nuovi alberi, anche dove prima non vi erano più, adesso è la volta di panchine, fioriere e cestini con posa cenere. Un arredo urbano nuovo, un accessorio in più che oltre alle vie principali (Via Roma e Via Rimembranza), si sta spingendo oltre.
Nell’era del social non potevano mancare scatti e commenti. Non a tutti piace questo nuovo look, e le nuove fioriere e panchine in pietra sono presto diventate “virali”.
Premesso che la bellezza è soggettiva, e in questione di gusti ognuno la pensa a suo modo, abbiamo raggiunto il sindaco Punzi per sapere qualcosa in più. Ovviamente, abbiamo voluto capire come si fosse arrivati a questo arredo urbano, con quali soldi è stato acquistato e soprattutto cosa bolle in pentola.
La nostra domanda al sindaco è stata una domanda molto provocatoria: «Perché queste brutte fioriere?»
Prima di risponderci, il sindaco, ha voluto fare una premessa: «Per noi amministrazione, maggioranza e per i nostri concittadini, raggiungere un obiettivo significa aver portato a casa un altro finanziamento e non aver speso soldi del bilancio comunale».
Si tratta comunque sia di soldi pubblici, ma indirizzati per un determinato tipo di progetto che il comune ha prontamente presentato. Se questo progetto non fosse stato presentato, il comune non avrebbe avuto accesso al finanziamento e di conseguenza non avrebbe potuto realizzare ciò che è stato fatto.
Quando c’è una linea di finanziamento, il comune si propone con un progetto di massima, lo presenta e dà delle indicazioni. Poi quando le aziende si presentano e vincono il bando, nell’offerta migliorativa (prevista dal bando in questione) ci sono una serie di cose che l’azienda propone e che sono anche spesso e volentieri determinanti per la vittoria per l’aggiudicazione della gara. Nella proposta, c’erano quindi queste fioriere che sono state offerte in numero maggiore rispetto alle richieste iniziali dell’amministrazione, e sono state proposte di quel tipo (cioè in pietra), che molto probabilmente a qualcuno non piacciono ma ad altri si.
«E’ evidente, e tra l’altro molti lo sanno anche se alcuni fanno finta di non sapere, perché è più semplice strumentalizzare per chi non è molto addentro all’argomento, per dire la fioriera è brutta, troppo grande, troppo piccola, ecc. – dice il sindaco – Ma il ragionamento più sano da fare in questi casi è pensare che finalmente abbiamo nel centro storico e non solo, panchine, fioriere e soprattutto i cestini, tanto richiesti, addirittura dai bambini della scuola media con una lettera».
Se poi vogliamo entrare nel merito della panchina in pietra, probabilmente ci sono panchine più belle, ma il sindaco spiega di non poter imporre nulla all’azienda. «Rispetto a quelle che sono già state installate tempo fa, che sono in ferro e legno, sono molto più forti. Nel tempo si rompono, si deforma il legno, anche per atti vandalici, perché purtroppo Montemesola è anche teatro di atti vandalici e lo abbiamo visto alla villa comunale con mezza ringhiera andata a terra».
In buona sostanza, adesso Montemesola ha un arredo urbano che prima non c’era, un centro storico che continua a cambiare il suo volto, e forse un tocco di abbellimento c’è, se pensiamo che nelle fioriere andranno dei fiori.
«Nel centro storico basterebbe un secchio d’acqua in estate ogni due giorni, e un minimo di cura come i cittadini di Montemesola sono abituati a fare davanti casa, e questo centro storico resterebbe sempre splendido, ordinato, sistemato. Tra l’altro i primi a dire e ad apprezzare quello che sta accadendo nel centro storico del paese, sono proprio le persone che vengono da fuori» prosegue Punzi.
Ma il tribunale di Facebook sembra non pensarla allo stesso modo. L’arredo urbano non piace, a cosa servono le panchine in Via Roma se non vi è l’interdizione del traffico veicolare, e soprattutto qualcuno avrebbe lamentato di non volere questi nuovi oggetti davanti la propria casa.
«E’ vero si vive di social – risponde il sindaco – io per scelta preferisco non esserci perché il social può essere utilizzato in maniera giusta, corretta, ma il più delle volte, purtroppo non è così. Sono sempre le stesse persone che commentano in maniera negativa, e dunque i loro commenti lasciano il tempo che trovano. È mai possibile che tutte le cose fatte dal 2010 non vanno bene? Sono state fatte tutte male?»
A dire del sindaco ci sono tanti residenti che hanno voluto davanti a casa la panchina, o la fioriera. Tra l’altro il posizionamento di questi oggetti partirebbe da un progetto. «E’ vero che è stato fatto qualche spostamento, adeguamento. Abbiamo considerato, e a questo ci tenevo molto, soprattutto la possibilità di non arrecare disagio ai disabili, fosse anche solo uno. Anzi, una persona tra queste, mio carissimo amico, mi ha dato anche dei suggerimenti, su scivoli, passaggi e quant’altro. Abbiamo anche tenuto conto di questo, spostando, allargando, adeguando il tutto».
E ancora prosegue Punzi: «Le panchine un tempo in via Roma c’erano. In via Rimembranza non c’erano, e quella via non è mai stata chiusa al traffico veicolare, solo il tratto di Via Roma lo è stato. Poi i ragazzi hanno spostato l’attenzione e i punti d’incontro in Largo Osanna, poi chiudere Via Roma tutta l’estate arreca un disagio alla viabilità e non alla possibilità di passeggiare sui marciapiedi e a sedersi su di una panchina. Tutta questa lamentela del residente non la vedo».
La perplessità del residente, secondo il sindaco, è che i cestini siano utilizzati per l’abbandono dei rifiuti. A tal proposito Punzi annuncia, di aver già predisposto la vigilanza da parte dei vigili urbani e di allertare prossimamente anche i Carabinieri, la Compagnia di Martina Franca, e se necessario anche le associazioni di volontariato, in modo tale che queste svolgano vigilanza in tal senso e segnalando i trasgressori che saranno sanzionati in maniera molto rigida.
«I cestini non devono diventare i nuovi cassonetti, anche perché ci avviamo ad una nuova fase dell’esternalizzazione della raccolta differenziata, che dall’anno prossimo – ci auguriamo – andrà ad un’azienda che gestirà la differenziata, con tanti altri servizi per la pulizia del nostro territorio. Non sarà più gestito dal comune per carenza di uomini e mezzi, purtroppo. – e ancora – La speranza è quella di raggiungere ben presto, nuovamente i livelli che Montemesola merita di percentuale di raccolta differenziata».
Cos’altro bolle in pentola? Quali sono i nuovi progetti dell’amministrazione guidata da Punzi?
Per quanto riguarda progetti in cantiere, ce ne sono due al momento. Uno riguarda la possibilità dell’adeguamento del centro comunale di raccolta con dei fondi messi a disposizione dalla Regione, e l’amministrazione avrebbe già preparato tutta la documentazione per la manifestazione d’interesse pronta per essere inviata alla Regione Puglia per poter accedere così ad un finanziamento totalmente a fondo perduto, che sarà utilizzato per adeguare il centro comunale di raccolta, magari ottimizzandolo, migliorandolo per renderlo più funzionale.
Il secondo progetto riguarda invece la compostiera cittadina già avviato in qualche altro paese. Il comune di Faggiano ad esempio, ha già presentato il progetto. «È un progetto ambizioso che bisognerà poi far funzionare come si deve. Per fare questo c’è bisogno della cultura della differenziazione dei rifiuti».
Se si riuscisse a fare una buona raccolta differenziata, si butterebbe sempre meno nell’indifferenziato e quindi il costo sarebbe sempre più basso per l’utente. Se si riuscisse dunque, a differenziare bene – è questo è un concetto fondamentale del miglior risparmio – si otterrebbe un buon risparmio. «Il messaggio che io mando ai miei concittadini è quello di impegnarsi. Ogni progetto che la mia amministrazione ha annunciato lo ha sempre portato a casa. Lo dico sin da ora: l’anno prossimo, 2017, probabilmente soffriremo un po’ per la raccolta differenziata, probabilmente sarà l’unica volta e l’unico anno che noteremo un minimo aumento, ma posso garantire che se lavoriamo bene nel 2017, nel 2018 grazie ai risultati del 2017, la tariffa automaticamente si adegua. Diminuisce l’ecotassa, diminuiscono i costi di conferimento, aumentano gli introiti da ciò che andiamo a conferire, plastica, carta e quant’altro. Questa è la formula per diventare un paese modello, e noi siamo capaci».