Alle prime ore di oggi, all’esito di una meticolosa attività d’indagine, militari della Stazione Carabinieri di Maruggio (Ta), coadiuvati nella fase esecutiva dai colleghi della Compagnia di Manduria e con il supporto di unità cinofile antidroga del Nucleo Carabinieri Cinofili di Tito (Pz), hanno dato esecuzione, a 3 provvedimenti cautelari (2 in carcere e 1 agli arresti domiciliari) emessi dal GIP del Tribunale di Taranto, dr. Benedetto RUBERTO, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Taranto, dr. Lanfranco MARAZIA, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del concorso nel reato, nonché di furto aggravato e ricettazione.
L’indagine è stata avviata nell’ottobre del 2014, allorquando i Carabinieri di Maruggio, a seguito di una rapina consumata in danno di un imprenditore locale, incentravano le loro attenzioni sugli odierni arrestati. All’esito delle attività, declinatasi mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento ed intercettazioni telefoniche, emergeva, a carico dei tre soggetti, un nutrito compendio indiziario in ordine ad un fiorente traffico di sostanze stupefacenti gestito dagli stessi nel territorio di Maruggio.
In dettaglio, in Maruggio, è risultato operante un “gruppo” composto e capeggiato da tre soggetti del posto: LANZO Secondo Luigi, 32enne, disoccupato, del luogo, (attinto da ordinanza di custodia cautelare in carcere) nonché dalla convivente ALTOMONTE Carmen, 28enne, disoccupata, (attinta da custodia cautelare ai domiciliari), entrambi con precedenti di polizia per stupefacenti, e da RIZZO Vincenzo pluripregiudicato, nullafacente con precedenti specifici (attinto da ordinanza di custodia cautelare in carcere).
Nel corso delle indagini è emerso che il “gruppo”, oltre ad operare nel proprio territorio, riforniva di stupefacenti anche alcuni tossicodipendenti di paesi limitrofi, quali Sava e Manduria.
Le indagini, che non si sono limitate all’ascolto dei telefoni intercettati, sono state complesse e meticolose come dimostrano i riscontri acquisiti dai Carabinieri che, per alcuni mesi, hanno pedinato gli indagati nei luoghi da loro frequentati (bar, circoli e scuole) ricostruendone i movimenti e risalendo alle zone di spaccio. I militari, nel corso delle indagini, protrattesi fino al mese di gennaio 2015, hanno effettuato diversi riscontri, con perquisizioni e sequestri di numerose dosi di hashish e marijuana, individuando un significativo numero di assuntori, alcuni dei quali identificati anche attraverso le telefonate intercettate e deferiti all’Autorità Amministrativa per violazione dell’art. 75 D.P.R. 309/90.
Il nome dell’operazione deriva dal primo riscontro con recupero di sostanza stupefacente, avvenuto la sera del 31 ottobre 2014, coincidente con la ricorrenza di Halloween.
Nel corso delle attività investigative, è emersa l’attitudine del gruppo ad eludere i controlli dei Carabinieri, la cui presenza ed operatività sul territorio veniva evidenziata da telefonate anche in linguaggio convenzionale, come “sta un casino butta la spazzatura”, per significare che non conveniva uscire con lo stupefacente addosso perché erano in atto controlli per strada, nonché nel riferirsi alla sostanza stupefacente talvolta chiamata “cosa”, talvolta “benzina” o “panino”, privi di senso logico nel contesto argomentativo di riferimento e che assumono un significato compiuto e razionale solo nell’ottica ipotizzata dagli operanti e riscontrata all’esito dei controlli.
Nel corso dell’attività di intercettazione sulle utenze in uso alla coppia LANZO- ALTOMONTE è emerso, inoltre, il coinvolgimento nell’attività di spaccio anche del RIZZO Vincenzo, cugino del LANZO, il quale, pressato dalla necessità di procurarsi lo stupefacente, era solito collaborare con la coppia, ampliandone il mercato illecito, grazie alle sue conoscenze nel mondo dei tossicodipendenti della zona e procacciando nuovi clienti per conto dei quali spesso si proponeva quale pusher, trattenendo per se, ad ogni consegna, una quota parte a titolo di compenso.
Nel corso delle intercettazioni telefoniche sull’utenza in uso al RIZZO, è emerso inoltre il suo pieno coinvolgimento in un ulteriore ambito illecito, ovvero quello dei reati contro il patrimonio, nella fattispecie del furto in un’abitazione avvenuto in Maruggio nel dicembre 2014, nonché del reato di ricettazione.
Nell’ordinanza il G.I.P. ha evidenziato che la cessione degli stupefacenti, come accertato dai Carabinieri, non può essere qualificata di lieve entità in quanto svolta in maniera sistematica e per un lungo periodo di tempo.
I destinatari delle 2 misure in carcere sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Taranto e la donna agli arresti domiciliari presso la sua abitazione.