Precisiamo subito. Non siamo interessati ad accettare o entrare in polemica con alcuna associazione. Respingiamo quindi ai mittenti qualsiasi insinuazione di sorta. Stiano più rilassati. Le nostre posizioni – dichiara il Presidente provinciale di Confartigianato – sono sempre orientate a fini costruttivi e propositivi, non usiamo solitamente, noi, infangare nessuno. Non ci interessa altro, se qualcosa la vediamo storta lo evidenziamo così come quando sbagliamo, perché capita ma non è questo il caso, abbiamo l’abitudine e l’umiltà, sempre noi, di ammetterlo. Siamo fatti così. Questa città è già abbondantemente avvelenata da tutti i punti di vista, non partecipiamo al sistematico sterile proliferare di polemiche ed agitazioni che da anni imperversa nel panorama della rappresentanza dei corpi intermedi, discussioni, carte bollate che non hanno portato e non portano a nulla. Il tessuto economico tarantino, quello composto da quelle poche centinaia di piccole imprese, compreso il sottoscritto, che ancora oggi sfidano le peggiori avversità per rimanere in attività, non ne può più, pretende ben altra attenzione.
E’ una guerra tra poveri, non ci sono più “prime donne” in alcun settore, i recenti numeri inerenti la rappresentanza sindacale presentati in Camera di Commercio parlano impietosamente chiaro.
Come Confartigianato preferiamo concentrarci sul raggiungimento di obiettivi, di risultati. Un’attività assai complicata in questa piazza, ci proviamo allo stremo per quanto possibile, spesso invano grazie al potente disgraziato muro di gomma che la politica locale ha ben costruito intornio a se. Da soli non si va da nessuna parte. Facciamolo insieme. Impegniamoci a remare tutti verso la stessa direzione per cercare di fare uscire l’economia tarantina fuori da quel torpore e rassegnazione che l’affossa, proviamoci davvero visto che la nostra classe politica ed amministrativa ha ampiamente mostrato tutti i suoi limiti di capacità e volontà.
L’ampliamento dell’Auchan era ed è uno “schiaffo” mortale al commercio di vicinato della città, già in grave difficoltà. Un errore da evitare e basta, ad ogni costo, con ogni forma di resistenza legalmente possibile. Già è stato realizzato, in totale silenzio, quello dell’altro grosso centro commerciale. In questo modo si contribuisce a indurre la concentrazione del flusso del commercio al dettaglio, del passeggio e degli acquisti nei grandi centri commerciali desertificando il cuore e le periferie della città. Non va bene. E’ la morte di una città e del suo tessuto economico, lo dicono tutti gli esperti ed i tecnici del settore.
Noi non abbiamo nulla contro Auchan, sia ben chiaro, ma il sistema commerciale della città non è purtroppo pronto ad assorbirne le conseguenze di un ampliamento. Ci ripetiamo, a tutt’oggi non sono state create le condizioni di contrappeso e cioè il rilancio delle strade commerciali della città dal punto di vista urbanistico, sociale, commerciale, ambientale e della mobilità e dei parcheggi, in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini residenti e dei consumatori, degli avventori provenienti dalla provincia e dei turisti.
Lo abbiamo detto tutti e lo diciamo da tempo. Abbiamo riempito le pagine dei giornali ed i tg locali. Parimenti si era schierato il Consiglio comunale di Taranto, con un NO esplicito agli insediamenti ed ampliamenti della grande distribuzione, NO chiaramente indicato anche nel programma elettorale del sindaco in carica, che sul quel programma – che è vangelo per chi lo ha proposto – ha ottenuto la fiducia ed il voto dei cittadini, dei commercianti e degli artigiani tarantini.
Quindi un mix perfetto di intenti per la contrarietà ad una iniziativa di raddoppio e poi di ampliamento che non lasciava ombra di dubbio sull’esito dei vari passaggi amministrativi.
La sorpresa del contenuto del verbale ci ha lasciati però increduli, delusi ed arrabbiati. Il verbale della Commissione Servizi della Sezione Regionale Attività Economiche Consumatori riunitasi a Bari lo scorso 4 agosto riporta chiaramente ed in perfetto italiano le dichiarazioni ed i pareri di tutti i partecipanti aventi titolo (Regione, Comune di Taranto ed Associazioni di categoria invitate) che non lasciano purtroppo adito a diversa interpretazione, basta leggerlo per intero. Noi non abbiamo partecipato perché non invitati alla Commissione, ma ci siamo attenuti all’esito del verbale, carta alla mano, nero su bianco.
Poi se qualcuno, legittimamente sia chiaro, chiede la rettifica della propria posizione contenuta nel verbale, facendolo anche 40 giorni dopo la data della riunione e solo successivamente alle osservazioni nostre e dei giornalisti inerenti l’esito della commissione poi riportate sulla stampa, ben venga, ne prendiamo e diamo atto. Ci mancherebbe. Ora ci preoccupa soltanto raggiungere in qualche modo l’obiettivo e cioè fermare quell’ampliamento per dare ancora una speranza alle piccole imprese tarantine; perché tutto ciò ha anche un forte impatto psicologico per il tessuto economico, deluderlo avrebbe un contraccolpo devastante.
Crediamo che si possa fare ancora molto per evitare tale sciagura per il commercio tarantino. Tanto possono fare ancora il Sindaco ed i consiglieri comunali, i cosiddetti rappresentanti dei cittadini, per fermare l’ampliamento, iniziando proprio col far rettificare anche il parere favorevole del Comune di Taranto e poi nel proseguimento dell’iter amministrativo. Tanto possono e devono fare i nostri consiglieri regionali nell’espletamento delle loro funzioni legislative e di controllo presso la Regione, tanto possono fare anche le associazioni di categoria. Come Confartigianato – conclude il Presidente D’Amico – anche se non direttamente coinvolti nella procedura amministrativa ma vogliosi di difendere non solo i nostri associati ma di contribuire nella difesa degli interessi dell’intero settore del commercio e dell’artigianato ionico, siamo pronti, come sempre lo siamo stati in passato, a collaborare, anche economicamente, in questo caso, con Confcommercio che, come appreso, intenderà presentare il ricorso amministrativo, auspicando che ci sia un unico ricorso e quindi più forte. La partita è troppo importante per disperderci in chiacchere e distintivi; oggi contro gli squali delle multinazionali occorre fare gruppo ed unire le forze per percorsi ed intenti chiari. Noi ci siamo.